Causa sui oppure incausato? Eterna disputa intorno al divino!

Dopo innumerevole tempo, ecco un nuovo articolo di filosofia! Oggi affronteremo una questione teologica molto rovente, ovvero quella legata al concetto di causa in relazione a Dio: è da considerarsi come incausato oppure piuttosto come causa sui, ovvero causa di sé stesso?

Questo articolo si va ad aggiungere ad altri due articoli legati alla teologia presenti in questo sito. La lettura del primo di questi è consigliata per una piena comprensione del presente articolo, specialmente per i non addetti ai lavori! Vi lascio quindi i due link!

Articolo sui tentativi di dimostrazione di Dio.

Articolo sulla confutazione della possibilità di dimostrare Dio.

In un primo momento ci sarà un chiarimento terminologico, per definire con la massima chiarezza i termini in gioco (incausato e causa sui) e garantire una migliore comprensione del dibattito qui presentato.

Breve chiarimento terminologico: causa sui ed incausato!

Definiamo ora i termini della questione in maniera semplice e , si spera, efficace, in modo tale da presentare il dibattito in maniera intellegibile.

Ora si dice “incausato” ciò che è del tutto privo di causa: ciò che è considerato privo di una ragion d’essere, di un principio, di una matrice originaria. Ciò di cui non è ammissibile alcuna causa, appunto!

Diciamo invece “causa sui” ciò che è invece causa di sé stesso!

E’ un concetto assolutamente diverso rispetto al precedente! Sì, in entrambi i casi ci si riferisce ad enti privi di qualsiasi origine esterna e terza rispetto ad essi. Ma tra dire che un qualcosa è del tutto privo di un principio e che qualcosa non deve la sua origine a qualcosa di esterno ma solo da sé stesso passa tutta la differenza del mondo!

Se poi quel qualcosa, quell’ente del quale si vuole stabilire se sia auto-causante sé stesso oppure incausato è l’ente supremo, il divino, Dio, l’assoluto, è chiaro che la questione diventa decisamente incandescente filosoficamente parlando! Seguitemi ora in questo viaggio se volete scoprire come si articola il dibattito!

Patristica e scolastica: Dio non ha cause, pensare il contrario è “strano e aberrante”

Come intuibile dal titolo, l’idea che Dio possa essere causa di sé stesso non trova decisamente un grande numero di sostenitori all’interno del pensiero cristiano patristico e tomistico. Non solo tale idea viene rifiutata, ma viene addirittura definita come “strana ed aberrante”! Così disse Cornelio Fabro, noto teologo del secolo scorso.

causa sui dio

Dio per loro non può quindi, con grande evidenza, essere causa sui! Dato che però sarebbe del tutto assurdo dire invece che egli sia causato da altro da sé, non rimane che una sola spiegazione accettabile: il fatto che esso non sia proprio dotato di alcun tipo di causa!

Analizzando i testi nel merito, ora vedremo come rifiutano nettamente il concetto di causa sui, schierandosi compatti contro tale concetto da loro ampiamente rifiutato, in favore del concetto di dio come totalmente privo di causa!

Agostino

Agostino considera tale concezione di Dio talmente empia ed erronea da spingerlo ad inserirla proprio all’inizio del “De trinitate ” come uno dei più gravi errori che un intelletto finito umano possa compiere andando a sopravvalutare le capacità della propria ragione.

dio filosofia

Esso ritiene infatti che :

Questo è il vero male delle tre categorie di persone di cui si è parlato: di coloro cioè che pensano Dio alla maniera degli enti corporei, di quelli che lo concepiscono in modo conforme alla creatura spirituale, come l’anima; di quelli infine che, pur tenendosi lontani dalle cose corporee e spirituali, pensano Dio in maniera erronea, tanto più allontanandosi dalla verità in quanto la loro idea di Dio non è tratta né dall’esperienza sensibile né dalla creatura spirituale, né dallo stesso Creatore. Erra infatti chi si immagina Dio, per esempio, come bianco o rosso; ma tuttavia questi colori li troviamo negli enti corporei; non meno in errore è colui che invece si fa di Dio l’idea di un essere capace di dimenticanza e di memoria o di altri simili stati, ma tuttavia questi li ritroviamo realmente nell’animo umano. Ma coloro che pensano Dio così potente da generare se stesso, errano tanto più gravemente in quanto non solamente Dio ma nessuna creatura spirituale o corporea è concepibile a questo modo: non c’è assolutamente alcuna cosa che si generi per esistere.

Agostino, De Trinitate, I, 1

Agostino è netto. Ma che dico netto: lapidario! Egli in queste poche righe ha completamente demolito coloro che osano concepire Dio come causa di sé. Per la cronaca quindi, anche se qui non è specificato, Dio per Agostino non ha affatto una causa!

Egli individua tre gravi tipologie di “erranti”: coloro che parlano di Dio come se fosse corporeo, coloro che parlano di Dio come se fosse assimilabile ad un ente spirituale (l’anima ) e coloro che, pur non pensando le precedenti due diaboliche tesi, pensano comunque Dio in maniera del tutto fuorviante. Di questa terza categoria, quella definita da Agostino come quella dei più erranti tra gli erranti di fatto, comprende ad esempio coloro che osano pensare Dio come in grado di generare sé stesso: in altre parole, coloro che sostengono il concetto di Dio come causa sui!

Da notare che tale concetto è ritenuto così sbagliato, così diabolico, così proibito, che per Agostino nemmeno Dio ha la potenza di essere causa di sé stesso!

Una piccola nota a margine, contenente uno spoiler sul proseguimento di questo articolo: l’ultimo filosofo che sarà oggi trattato compie tutti e 3 gli errori che Agostino reputa gravissimi: considera dio come corporeo, come spirituale e come causa di sé stesso! Se fossero stati contemporanei sarebbe certamente partita una rissa con in fiocchi!

Tommaso

filosofia

Facciamo un salto di qualche secolo, e notiamo che all’interno del pensiero cristiano le posizioni in merito alla questione della causa non sono per nulla cambiate! Anche nel pensiero di Tommaso D’Aquino infatti la questione viene del tutto rifiutata!

Qui capirete ora perché in introduzione ho chiesto di leggere il mio primo articolo teologico presente su questo sito.

In tale articolo, avevo in breve illustrato alcune delle principali prove riguardo l’esistenza di Dio nel corso della storia del pensiero. Tra di esse, erano state analizzate le vie a posteriori di Tommaso.

La seconda di esse si basava infatti sul concetto di causa efficiente ( qui verrà data per scontata, se ci fossero dubbi andate a leggere l’articolo!). All’interno di tale prova, Tommaso nega espressamente la possibilità intrinseca del concetto di poter essere causa di sé! Nessuno, Dio compreso, può esserlo! Si tratta di un concetto in sé del tutto erroneo!

non si trova, ed è impossibile, che una cosa sia causa efficiente

di se medesima: perché allora esisterebbe prima di sé stessa, cosa inconcepibile

Tommaso, Somma Teologica, I a, q.2, a. 3 resp. 2

Qui, oltre a quanto detto prima da Agostino, abbiamo anche un elemento speculativo in più. Agostino si era limitato a dire che tale concetto fosse del tutto erroneo, causato dall’abuso dell’uso della ragione. Qui abbiamo anche la risposta al perché sia un concetto tanto erroneo!

Secondo Tommaso infatti, è impossibile che qualcosa sia causa di sé in quanto per poterlo essere dovrebbe esistere prima della sua stessa esistenza, il che viene considerato evidentemente come un assurdo! Solo esistendo prima di esistere, dice Tommaso, è possibile essere causa di sé! Dunque nemmeno Dio potrebbe esistere prima di esistere. Come verrà fuori dal proseguimento della prova infatti, Dio non sarà altro se non quella causa priva di cause: quella causa incausata, apice della catena causale dell’universo!

Quindi bisogna ammettere una prima causa efficiente, che tutti chiamano Dio.

Tommaso, Somma Teologica, I a, q.2, a. 3 resp. 2

Tommaso torna rapidamente sull’impossibilità del concetto di causa sui anche poche questioni dopo, affermando che

una medesima cosa non può essere causa di se stessa.

Tommaso, Somma Teologica, I a, q. 19, a. 5 resp.

Abbiamo quindi una conferma. è impossibile. In tutto il pensiero cristiano scolastico e patristico, tale concetto è negato!

La rivincita della causa sui! Cartesio e Spinoza sfidano la tradizione!

Passiamo ora dall’altra parte della barricata! Questi due pensatori della modernità filosofica hanno avuto il coraggio di sfidare la tradizione riguardo questo concetto, sostenendo conclusioni per i tomisti assolutamente inaccettabili!

Tale sfida nei confronti della tradizione è graduale: Cartesio comincia a sondare il terreno con prudenza e coraggio al tempo stesso, facendo il piccolo grande gesto all’interno delle meditazioni di non considerare la nozione di causa sui come immediatamente assurda e sbagliata!

A sfondare del tutto la porta aperta da Cartesio ci penserà invece Spinoza! In lui la questione dell’importanza del concetto di causa sui è così cruciale da rappresentare il fulcro della sua dimostrazione di Dio e del suo intero sistema filosofico! Ma andiamo con ordine, perché camminiamo in un sentiero di vipere! Ne parleremo meglio a ragion veduta! Procediamo dunque con i piedi di piombo!

Cartesio e la non assurdità del poter causare sé stessi!

Nonostante la sua portata rivoluzionaria sia molto spesso sottovalutata, Cartesio ha un grande ruolo riguardo la presente questione!

causa tema

Certo, egli si muove con fare così sommerso che tale novità è assai meno evidente rispetto a quella portata da Spinoza, che mette tale concetto come fulcro del suo sistema! Anche se meno evidente però, sul tema della causa sui è presente in Cartesio una sfida alla tradizione che spesso viene dimenticata, in quanto Cartesio ha voluto tenerla ben nascosta all’interno del suo testo. Si tratta infatti di un attacco criptico, più nascosto di quello spinoziano, che indirettamente attacca la tradizione. Tale aspetto non è universalmente noto, è un’informazione nota solo ai lettoti più attenti di Cartesio.

Come vedremo meglio, non arriverà, come Spinoza, a basare il suo sistema sul concetto di causa sui. Si “limiterà” ad affermarne la non assurdità intrinseca, la non impossibilità. Ed il limitarsi, dato il contesto, è di importanza assai rilevante! Certo, è nulla di fronte a quanto detto da Spinoza. Ma considerato tutto ciò che si è detto sulla causa sui nei capitoli precedenti di questo articolo, già il semplice affermare la sua non impossibilità ha importanza decisiva in questa questione!

Andiamo ora a contestualizzare il passo cartesiano incriminato!

Siamo nella terza meditazione. Cartesio è intento, per poter dimostrare il mondo esterno, a tentare di dimostrare l’esistenza di Dio. Per far ciò , Cartesio si interroga sulla nozione di causa. Ed è qui che comparirà una frase che Tommaso ed Agostino non avrebbero mai e poi mai accettato!

Ma, se di esistere io lo dovessi a me stesso, non dubiterei, non desidererei, perché non mi mancherebbe assolutamente niente, in quanto mi sarei dato tutte le perfezioni di cui ci sia in me un’idea, e così proprio io sarei Dio!

Cartesio, terza meditazione.

Tutto ciò è estremamente importante! Cartesio qui nega la possibilità di essere causa di sé. Ma non lo nega in quanto sia impossibile in quanto tale! Lo nega in senso non assoluto, lo nega in quanto non ritiene di avere così tanta potenza da farlo, in quanto essere finito! Ma non nega assolutamente la capacità di poter essere causa di sé, questo fatto è molto chiaro leggendo con attenzione il testo! Tommaso non avrebbe fatto questo discorso: si sarebbe limitato a dire che ” non posso dovere a me stesso la mia esistenza, perché non si può essere causa di sé!

Ora che ci è nota l’importanza di Cartesio in questo argomento, passiamo al capitolo finale!

Spinoza e la sua rivoluzione! La causa sui come apice del suo sistema!

tema

Passiamo dunque al nostro ultimo capitolo!

L’importanza della nozione di causa sui in Spinoza è immediatamente evidente. Basti pensare che essa costituisce la prima definizione in assoluto presente nella sua Etica!

Per causa sui intendo ciò, la cui essenza implica l’esistenza; ossia ciò, la cui natura non si può concepire se non esistenza

Spinoza, etica. parte uno, definizioni

Per Spinoza, essere causa di sé stessi è indice immediato di esistenza! Se qualcosa è causa di sé, è infatti ciò di cui basta il concetto per assicurarne l’esistenza!

I lettori più attenti, avendo in mente il primo articolo, si ricorderanno che tale formula è la stessa formula costituita dalla prova ontologica.

Qui in Spinoza i due concetti quindi coincidono: il famoso ente la cui essenza implica direttamente l’esistenza ricercato da Anselmo e Cartesio non è altri, per Spinoza, se non l’ente che è causa di sé stesso!

Dunque, capite bene l’importanza della questione! Questa nozione viene infatti usata da Spinoza per risalire alla dimostrazione dell’esistenza di Dio, è il punto di partenza! Per Tommaso ed Agostino è chiaramente uno scandalo, per Spinoza assolutamente no! Nelle prove a priori, si vuole dimostrare un’ente la cui essenza implichi l’esistenza. Data quindi la definizione, tale ente coincide con quello che è causato solo da sé! Una volta trovato l’ente siffatto, si è trovato Dio !

Dio in Spinoza è primariamente, principalmente, ciò che la scolastica e la patristica negano: è cioè causa di sé stesso! Dio è in quanto è causa di sé! Notate anche voi la portata assolutamente rivoluzionaria di queste parole.

Per un’analisi dettagliata della dimostrazione spinoziana sarà sicuramente qui scritto un articolo in futuro. Per quanto riguarda l’articolo di oggi penso invece che quanto detto sia assolutamente sufficiente!

Se volete leggere un articolo sulla natura di salsa iper spinoziana, vi lascio questo link!

E voi?

E voi cosa ne pensate sulla questione? Causa sui o non causa sui? Fatemelo sapere nei commenti qui sotto, oppure sul posto che verrà caricato su Instagram! Al prossimo articolo!

Una risposta a “Causa sui oppure incausato? Eterna disputa intorno al divino!”

  1. Ciao ,

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    Qual è il prezzo se vogliamo fare pubblicità sul tuo sito?

    Nota: l’articolo non deve essere alcun segno come sponsorizzato o pubblicizzato.

    Saluti
    emma carey

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