Fare un discorso a proposito di democrazia e di dittatura è sicuramente fare un discorso estremamente complesso e polarizzante, atto ad accendere gli animi degli interlocutori. Ora, questo articolo sarà molto particolare: non si occuperà minimamente di dare risposte o di spiegare chissà quale soluzione. No, lo scopo di questo articolo sarà di porsi delle domande, alle quali non sarà data alcuna risposta. Penso che riflettere sia molto importante, e che poi ognuno possa in cuor suo trovare una risposta!
Dunque, guida alla lettura di questo articolo sul grande tema della democrazia e della dittatura: qualsiasi domanda presente non sarà retorica,sarà bensì una domanda seria rivolta a chiunque le legga! L’articolo quindi non sarà composto solo da quello che scriverò io, bensì anche da quanto verrà fuori nei commenti, sperando possa venire fuori una dialettica molto interessante su questo tema!
Ultima nota prima di cominciare: questo articolo su democrazia e dittatura è di carattere pratico, dunque tutte le mie considerazioni teoretiche svolte in altri articoli ( come ad esempio quelle svolte sulla libertà) sono da trascurare!
Democrazia e dittatura come bene e male?
Piccola premessa
Questa è la prima grande questione che pongo a me stesso ed a voi. La storia del secolo scorso ha contenuto atrocità immani, ancora molto vive nel nostro immaginario. Non serve che io vada nel dettaglio. E’ infatti assolutamente noto questo: che feroci dittature si sono rese colpevoli di massacri imperdonabili, e di imperdonabili violazioni di ogni libertà personale.
E’ dunque difficile fare discorsi su questo tema senza che le emozioni prendano il sopravvento. Per leggere questo articolo e rispondere alle domande, sarà fondamentale, per quanto possibile, ragionare su democrazia e dittatura senza farsi troppo influenzare dalla pesante eredità degli avvenimenti storici.
Con questo non voglio assolutamente dire che si debba dimenticare la storia: la memoria storica ha l’importantissima funzione di spingere perché tali atrocità non vengano ripetute. Chiederò solo questo: di tentare di non pensarci troppo, ma solo ed esclusivamente durante questa lettura. E’ uno sforzo assolutamente arduo anche per me!
Democrazia e dittatura: buone o malvagie in sè o per accidente?
La domanda quindi è: il fatto di essere vista come buona è giusta è nell’essenza della democrazia? Analogamente, sta nell’essenza di una dittatura essere malvagia, feroce e sanguinaria?
O meglio: è già il semplice e solo fatto di essere una dittatura o una democrazia che va a determinare la bontà o meno di un regime politico?
Tento di fare ulteriori domande ed ulteriori chiarimenti, per rendere la questione più chiara.
Se si pensa ad una netta e manichea divisione tra dittatura e democrazia in termini morali, significa dire che una è sempre buona, l’altra sempre cattiva.
Dicendo che l’essenza di un qualcosa è la bontà e la giustizia, significa che quel qualcosa sarà sempre buono e giusto. Idem per il cattivo ed il falso.
Se invece democrazia e dittatura avessero tali categorie come accidentali, significherebbe invece che talvolta una democrazia possa essere cattiva e che talvolta una dittatura possa essere nel giusto.
Si potrebbe anche porre la domanda così: il fatto che una decisione venga presa in quanto votata da una certa maggioranza (che sia del popolo nella democrazia diretta o di un organo di rappresentazione in una parlamentare) in democrazia sia sempre giusta e buona moralmente oppure no, e se viceversa una decisione presa da una sola persona con potere assoluto (in dittatura) sia in quanto tale cattiva e sbagliata.
Se si risponde sì alle domande, si considera bontà e malvagità come essenza di esse. Altrimenti, si considerano tali caratteristiche come accidentali.
esempi pratici per aiutare queste risposte
Poniamo ora queste domande in contesti ben determinati.
- Esempio uno. Siamo nella Germania degli anni’30. Hitler non è mai nato, ed in Germania non è mai nata una dittatura: vige stabile la democrazia. Vengono proposte, votate e approvate leggi razziali analoghe a quelle decise da Hitler nella storia reale. Il semplice fatto che siano state approvate da una maggioranza democratica le rende buone e giuste oppure no?
- La dittatrice dello stato fittizio di Sblumbo decide di suo arbitrio che il salario minimo debba essere di 10 gillibolg all’ora, per garantire alla gente che lavora una vita dignitosa. Il fatto che lo abbia deciso senza consultare alcun parlamento e senza affidarsi quindi ad una votazione rende tale scelta sbagliata e cattiva oppure no?
La questione della competenza in democrazia e dittatura
Passiamo ora a farci domande su un grande tema: date priorità principale al vostro diritto di partecipare e scegliere, oppure al “benessere”? A seconda di come la si pensi, la risposta a questa domanda sicuramente cambierà!
La domanda in realtà è classica: meglio una dittatura buona e competente oppure una democrazia incompetente? Date più peso al poter votare ed essere artefici del vostro destino oppure preferite non prendervi questa responsabilità e far decidere a qualcuno di competente?
Ipotesi
La situazione ipotetica è questa. Affidereste il potere assoluto ad una persona avente le seguenti caratteristiche. Parlo di una persona sincera, leale, sempre in prima linea per i diritti e la protezione delle minoranze, che intende dare ad ogni essere umano una condizione socio economica dignitosa e che mira al bene comune in maniera sincera. Contraria all’uso della violenza come coercizione. Estremamente competente, saggia e laboriosa.
Dareste mai il potere assoluto ad una persona dalle siffatte caratteristiche, se esistesse?
Oppure per voi il fatto di essere padroni del vostro destino, di avere un peso nel computo del destino del vostro stato verrebbe comunque prima al potenziale benessere comune che una persona così straordinaria porterebbe? Attività o passività quindi?
aristotele e la sua opinione
Riporto ora una variegata risposta aristotelica su una questione simile alla mia che lo stagirita si è posto all’interno della Politica.
In tale contesto, Aristotele si stava chiedendo se fosse meglio la monarchia (quindi potere nelle mani di una sola persona) o la politeia ( una sorta di “democrazia moderata”).
Secondo Aristotele, in astratto è meglio la prima, in concreto è meglio la seconda.
Se esistesse una persona assolutamente giusta e competente, sarebbe per lui giusto affidarle il potere. Secondo lui però tali persone erano rare se non inesistenti, ergo era meglio la politeia.
Ergo, per Aristotele la monarchia è preferibile solo nel caso chi comanda sia giusto e competente. In caso contrario, meglio una democrazia moderata che avere una persona inetta con potere assoluto! La risposta è dunque articolata.
Conclusione e consigli di lettura.
Il mio spazio qui è finito! Ora tocca a voi! Come rispondereste alle domande? Fatelo sapere qui nei commenti, su Instagram o nel gruppo di discussione ( per chi è nel gruppo)!
Volete leggere un altro articolo sulla democrazia? Eccolo!
Prima di salutarvi, vi lascio dei consigli di lettura in tema!
Rousseau, Il contratto sociale
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