La forma: a cura di Giada Rignanese

Introduzione redazionale

Sono lieto di presentarvi un articolo di Giada Rignanese dedicato alla ricerca della forma. Lo scopo che mi ero prefissato quando ho creato questo sito era quello di riuscire in qualche modo a far nascere uno spazio di condivisione culturale pacifico ed intellettualmente stimolante.

Accolgo pertanto con estrema gioia la richiesta di questa mente giovane e talentuosa di pubblicare l’articolo che segue per poter diffondere il suo pensiero in questo neonato spazio di diffusione di idee e di fermento culturale.

La cultura ha il diritto sacrosanto di essere difesa a spada tratta e diffusa il più possibile, e noi abbiamo il dovere di fare ciò. Desidero che questo blog possa contribuire anche minimamente a questo scopo.

Queste parole acquisiscono peso specialmente in questi giorni: ci ha recentemente lasciati un monumento vivente, che ha fatto amare la passione per la scoperta ad intere generazioni di italiani: il mitico Piero Angela! Impossibile non dedicare a lui questa mia breve introduzione.

Vorrei quindi che il mio sito cresca per poter diffondere articoli interessanti ed istruttivi, aiutando a sviluppare il pensiero critico e favorendo scambi di opinioni. Anzi, non il mio: il nostro! Questo sito appartiene a chiunque abbia mai scritto anche solo un articolo ed a chi ne scriverà in futuro!

Ora mi sono espresso anche troppo, vi lascio dunque all’articolo ed alle argute parole di Giada.

Buona lettura, il direttore Big Mat

 La ricerca della Forma

Forma

Afferro carta e penna e comincio a scrivere, presa da un’improvvisa e alquanto instabile ispirazione; durerà poco, quindi colgo l’occasione, perché raramente mi capita di scrivere qualcosa di decente. 

Mi fermo subito dopo, incapace di dare la giusta forma al contenuto, una che sia alla sua altezza. 

Mi manca la forma. C’é l’intenzione, un impulso quasi irrefrenabile di dare espressione al sentimento, ma esso é ancora materiale privo di ordine.

Non basta il desiderio di raccontare; non é sufficiente il solo sentimento, per quanto nobile, ma quest’ultimo deve accompagnarsi alla sua forma adeguata. 

Forma o materia? É la forma a determinare la piacevolezza di tutta l’opera o la materia? A chi l’ultima parola? 

Io ricerco la forma, dispongo già di un contenuto, ma esso é la cera priva di impronta, il bronzo che non é ancora statua. Il contenuto, ovvero l’oggetto, é materia grezza che rappresenta lo stato embrionale del processo creativo. La forma dispiega la materia, ne é l’esplicazione.

Tuttavia, non si deve svalutare il ruolo della materia. Il contenuto necessita di autenticità, che s’ottiene solo con l’esperienza. Soltanto chi vive intensamente può raccontare. 

La materia può essere anche delle più umili, non per questo la sua esposizione deve risultare prosaica. Si può scrivere del nulla, e la lettura può essere delle più piacevoli. 

La forma é il prodotto del pensiero, mentre il sentimento genera il contenuto. 

Quando si legge, se la forma é adeguata, e dunque piacevole, essa cattura la nostra attenzione; produce l’immagine dell’oggetto, che si deposita in noi, e l’immagine conduce all’immedesimazione. La forma, dunque, genera in noi il sentimento di quello che stiamo leggendo. 

La materia, il contenuto, privo della sua adeguata forma, risulta mediocre, anzi, volgare. 

Ma la forma, cioè l’arrangiamento della materia, può esasperare, e questo va evitato. L’espressione di un dolore può divenire un inutile e alquanto ridicolo struggimento. Per evitarlo, ci si affida alla misura. Un sentimento va descritto nei limiti della sua intensità. 

La forma é il vero problema. Siamo tutti capaci di sentimento, esso é universale, ci appartiene e naturalmente: chiunque può comprendere la natura del dolore, avendone fatto esperienza sulla propria pelle. Ma la forma richiede studio e tecnica, rigore e disciplina, ed essa non é ugualmente accessibile ai più. 

Io ricerco la forma.

Per Filosomattia.it, Giada Rignanese