Pitagora e la sua scuola: il numero come arché!

Storia della filosofia, Capitolo 2. Pitagora e la sua scuola!

Pitagora

Dopo la nostra incursione nelle coste della Turchia, ci spostiamo ora a Crotone per andare a recar visita a Pitagora, un sapiente decisamente eclettico che visse tra il 572 ed il 490 a.C.

Pitagora: chi fu costui?

Nonostante il suo nome sia anche oggi indiscutibilmente legato alla città calabrese di Crotone, Pitagora non era nativo di tale città. Egli fu infatti originario di Samo, isola del Mar Egeo poco distante dalle coste della Ionia. Pitagora fu costretto a fuggire altrove, a Crotone nel 540 a causa dell’occupazione persiana dell’isola.

A Crotone fondò la sua scuola, una comunità che ebbe molta influenza all’interno della vita politica e religiosa della città della Polis della Magna Grecia, molto popolare soprattutto in seno all’aristocrazia locale. Tale legame con l’aristocrazia e con le élite locali costò però caro ai pitagorici, costretti a fuggire in Puglia (Metaponto) in seguito a feroci rivolte popolari anti-oligarchiche. La tradizione tende a considerarlo come un personaggio straordinario, attribuendo a lui doti quasi mistiche e sciamaniche, complice anche il concetto di purificazione dell’anima e le ferree leggi anche alimentari interne alla sua scuola.

L’anima

La concezione pitagorica relativa all’anima avrà grande influenza sul pensiero platonico, specialmente il pensiero relativo alla metempsicosi, ovvero alla trasmigrazione delle anime da un corpo all’altro dopo la morte. Pitagora è sicuramente influenzato nel suo pensiero riguardo tale ambito dai culti orfici, movimento religioso mistico sviluppatosi in Grecia a partire dal VI secolo a.c.

Secondo l’orfismo, le anime degli uomini sarebbero altrettante scintille cadute
dalla divinità. La caduta in terra sarebbe dovuta a una colpa misteriosa, che le separerebbe dalla loro origine celeste. La vita “nel corpo” dovrà dunque assumere la forma di una
purificazione, che avrà due diversi possibili esiti. Se l’anima-scintilla riuscirà a purificarsi, alla morte del corpo potrà ricongiungersi al proprio principio; diversamente subirà una reincarnazione, che la porterà a collegarsi ad un nuovo corpo, che potrà essere umano o anche animale ( da qui il divieto di mangiare carne riservato ai seguaci di Pitagora: quella bistecca potrebbe essere zio Sgrimpifamp!). Tale migrazione assume il nome di metempsicosi.

Il pensiero pitagorico riguardo questa concezione dell’anima muta rispetto a quello orfico per quanto riguarda il come avvenga la depurazione. Nel caso degli orfici avviene tramite rituali misterici, mentre per Pitagora avviene tramite lavoro intellettuale, una vita dedicata alla contemplazione ed allo studio, specialmente di questioni matematiche.

Pitagora e la Matematica: l’archè come numero!

Il legame tra Pitagora e la matematica è un dato ormai diffusissimo. A lui sono da sempre state attribuite ad esempio la scoperta dei numeri irrazionali e delle grandezze incommensurabili( come ad esempio il lato e la diagonale di un quadrato.)

Come hanno fatto i naturalisti ionici che abbiamo incontrato nel capitolo precedente, anche Pitagora cercò di ricondurre il tutto ad un principio unico che fosse in grado di spiegare la natura.

Per Pitagora, tale principio primario che permea la realtà era il numero! Egli partì osservando il fatto tramite l’osservazione dei fenomeni musicali, notando che che le tre consonanze fondamentali sono prodotte da precisi rapporti numerici. Effettivamente aveva ragione: le consonanze musicali della quarta, della quinta e dell’ottava corrispondo a rapporti matematici ben precisi, rispettivamente 4/3, 3/2 e 2/1. Dato questo fatto, arrivò ad affermare la validità di tale osservazione anche oltre all’ambito musicale, affermando la tesi quindi che “tutto è numero”. Ad esempio attribuirono questa armonia musicale anche al movimento degli astri.

Il movimento coordinato dei corpi celesti produceva secondo i pitagorici un armonia divina non udibile da orecchie umane!

Per non appesantirvi troppo non approfondirò oltre la questione, anche perché il prossimo articolo dedicato a Parmenide sarà estremamente più denso!

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