Principio di non contraddizione: necessità logica oppure no?

Eccoci giunti alla seconda puntata della rubrica “pillole filosofiche”, dedicata al principio di non contraddizione! (per la prima puntata cliccare qui!)

Principio di non contraddizione

Il principio di non Contraddizione: il nostro pilastro!

Spesso lo ignoriamo, ma lui è sempre con noi. La maggioranza della gente non ne è al corrente, ma alla base del nostro linguaggio e della nostra logica si colloca questo principio fondamentale. E’ la condizione di ogni nostro dire, non riusciamo a trascenderlo.

Sì, la nostra logica ed il nostro parlare si basano fondamentalmente sulla non contraddizione. Il contraddittorio è per noi impensabile ed inimmaginabile. Che poi esista un’altra logica è un’altra questione, ma fatto sta che la nostra essendo basata su questo principio ci rende incomprensibile la contraddizione: per noi espressioni come “cerchio quadrato” sono del tutto prive di senso.

Lo usiamo sempre, ma spesso non ne siamo consapevoli. Con questo articolo andremo dunque ad osservare più da vicino storia e gloria dell’esplicitazione di questo grande principio logico, al fine di essere consapevoli esplicitamente e non implicitamente dell’esistenza di questo nostro compagno imperituro.

Platone:una prima formulazione

Come noto, la prima formulazione rigorosa del principio di non contraddizione la dobbiamo ad Aristotele che la inserisce nella sua “Filosofia Prima(o Metafisica)”.

Anche se non viene formulata in maniera così rigorosa, troviamo una delle prime espressioni di questo principio, seppur implicitamente, in Platone all’interno del Quarto Libro della Repubblica.

In tale contesto, Platone vuole dimostrare che l’anima è costituita da 3 differenti dimensioni.(Potrei fare un articolo su questo tema se voleste approfondire il tema dell’anima platonica, in caso scrivetemelo pure nei commenti o su Instagram!)

Come sarà più chiaro quando nella prossima parte (quella dedicata ad Aristotele) andrò ad esplicitare e definire in maniera dettagliata il principio di non contraddizione, Platone si serve di tale principio, seppur non lo espliciti e non sia un argomento trattato direttamente.

Uso implicito del principio di non contraddizione in Platone

Per riassumere, il “Socrate Platonico” nel quarto libro della Repubblica argomenta la struttura pluridimensionale dell’anima usando l’argomento seguente.

Egli ci fa notare che ci sono delle situazioni nelle quali viviamo una sorta di dilemma interiore: a volte sembra che allo stesso tempo vogliamo e non vogliamo fare una determinata cosa.

Ad esempio, possiamo volere ed allo stesso non volere mangiare sei etti di carbonara cadauno in un solo pasto. Se l’anima fosse semplice e non divisa in dimensioni, questo dissidio sarebbe dovuto ad un singolo principio e ciò non è possibile. Quindi, il volere ed il non volere una stessa cosa allo stesso tempo devono essere dovuti a principi differenti e non ad uno stesso principio, bensì a principi differenti. Da qui Platone deriva il fatto che la struttura dell’anima sia divisa in dimensioni.

Cosa presuppone implicitamente questo ragionamento? Il fatto che non ci si possa contraddire! Una stessa cosa non può derivare dallo stesso principio esattamente perché ciò recherebbe contraddizione. Quindi, il fatto che l’anima sia semplice è scorretto in quanto contraddittorio: da uno stesso principio deriverebbero conseguenze contraddittorie. La tesi opposta elimina questa contraddizione, in quanto fa derivare da principi diversi le conseguenze tra loro contraddittorie.

Dire semplicemente che a causa della mia anima io voglio e non voglio mangiare la pasta è inaccettabile in quanto contraddittorio.

Dire invece che a causa della mia dimensione pre razionale voglio mangiare così tanta pasta mentre a causa della mia dimensione razionale non la voglio mangiare non comporta contraddizione.

Quindi è evidente come questa argomentazione per assurdo Platonica ponga e presupponga già la non contraddittorietà come criterio di verità.

Aristotele: la prima formulazione esplicita

Ora siamo all’interno del quarto libro della Metafisica. In esso troviamo la prima formulazione esplicita del suddetto principio! Prima di scrivere quale sia questo principio, egli delinea una serie di caratteristiche che questo principio possiede. Sono le seguenti:

  • è il principio più sicuro di tutti
  • è impossibile cadere in errore intorno ad esso
  • non può essere ipotetico!

Dopo aver delineato le sue caratteristiche, Aristotele definisce il principio di non contraddizione. Le seguenti righe rientrano nel novero delle frasi più famose dell’intera storia del pensiero occidentale:

“E’ impossibile che la stessa cosa, ad un tempo, appartenga e non appartenga ad una medesima cosa secondo lo stesso rispetto.”

Aristotele

La nostra logica ed il nostro linguaggio sono basati sul nostro principio: per questo espressioni come “Mario mangia ma non sta mangiando” o “cerchio quadrato” per noi non hanno alcun significato: non riusciamo nemmeno ad immaginare simili situazioni. Per noi ogni cosa contraddittoria è inaccettabile! In queste pagine troviamo quindi le radici profonde del nostro linguaggio e del nostro pensiero.

Aristotele aggiunge che il principio non può essere dimostrato per via diretta: non si può dimostrare tutto. Secondo Aristotele in tal caso si procederebbe all’infinito, e non ci sarebbe poi alcuna dimostrazione alla fine! E’ possibile però dimostrarlo in via confutativa!

Dimostrazione tramite via confutativa del Principio di non contraddizione

Per affermare che non sia valido il principio di non contraddizione, il nostro avversario ovviamente dovrà pur dire qualcosa, dovrà presentare la sua posizione! Ora, questa affermazione per essere seria deve essere comprensibile ed avere un senso chiaro.

Per avere una posizione chiara e comprensibile, il nostro avversario dovrà affermare che “il principio di non contraddizione non è valido”. Se non fosse davvero valido, egli potrebbe tranquillamente affermare che “il principio di non contraddizione non è valido però è valido”. In tal caso, la posizione non sarebbe seria e comprensibile: non capiremmo cosa sta affermando, in questo caso per Aristotele è come se non dicesse nulla.

Per affermare la sua tesi (il principio di non contraddizione non è valido) il nostro avversario dovrà quindi presupporre il principio stesso, pena la perdita assoluta di senso della sua affermazione! Quindi anche chi vuole negarlo deve riconoscerlo, questa è la condizione della sua negazione. E’ quindi inattaccabile, almeno logicamente ed a parole.

Questo fa notare ancora una volta quanto la non contraddizione stia alla base del nostro linguaggio.

Nietzsche e la negazione del principio!

Nonostante questo principio abbia questa rilevanza base nella nostra logica, non sono comunque mancati nella storia i suoi avversari, il più radicale dei quali è questo noto filosofo tedesco.

Come noto, Nietzsche diffida ed intende eliminare qualsiasi principio assoluto che abbia pretesa di verità epistemica. Questo principio non fa quindi eccezione!

Egli tratta questo tema nel frammento 67 della Wille Zur Macht(Volontà di potenza)

Noi non riusciamo ad affermare e a negare una stessa e identica cosa: è questo un principio di esperienza soggettivo, in esso
non si esprime una «necessità», ma solo un non potere

Nietzsche

Secondo lui, il non essere in grado di violare il principio non indica una sua validità necessaria, bensì una nostra impotenza! Secondo lui, la logica non è una descrizione della realtà così com’è, bensì un dispositivo che ci permette di ordinare la realtà secondo la nostra volontà. Non un in sé ma un per noi!

Insomma, la questione rimane aperta: gli assiomi logici sono adeguati al reale o sono criteri e mezzi per creare il reale, il concetto
di «realtà» per noi?

Nietzsche

Per poter affermare la prima cosa, occorrerebbe però, come si è detto, conoscere già l’essere: il che assolutamente non è. Il principio non contiene quindi un criterio di verità,
ma un imperativo circa ciò che DEVE valere come vero

Nietzsche

Il principio viene quindi ridotto ad una creazione della volontà di potenza atto ad ordinare il mondo e renderlo vivibile, di vedere il mondo come vogliamo che esso sia!

Nel caso vogliate leggere di più riguardo il pensiero di Nietzsche vi lascio questo articolo!

Se volete leggere un articolo di salsa decisamente Nietzscheana vi lascio il link!

Chiusura

E’ il momento della vostra opinione: cosa pensate di questa questione? Pensate sia possibile una logica alternativa a quella della non contraddizione? Fatelo pure sapere nei commenti! Grazie ed alla prossima!

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