Sole e luna : a beautiful mystical tale about friendship

sole strofa luna

Dopo aver pubblicato mesi fa una poesia su Barcellona, dopo qualche mese torna su questo sito una poesia. Tale poesia mi è stata raccontata tempo fa da un bardo del quale non mi sovviene il nome. Parla della storia della nascita dell’amicizia tra la Figlia del Sole ed il figlio della Luna. Non mi è noto se tali personaggi siamo allusioni allegoriche a qualche persona realmente esistente. Potrebbe essere, ma potrebbe anche essere semplicemente una metafora sull’importanza dell’amicizia. Se avete mai avuto un amico o un’amica che crediate vi renda persone migliori, penso possiate capire!

Come sono giunto a conoscenza della leggenda?Molti anni or sono mi recai in una locanda assai recondita, nascosta in mezzo al nulla. Lì incontrai un saggio bardo il cui nome non mi sovviene. Egli mi raccontò una leggenda antica, proibita e segreta, che mi appresto ora a condividere, prima di passare a miglior vita! Ora bando agli indugi, ecco a voi il poema epico dedicato al Sole ed alla Luna!

Sole e Luna

Strofa 1

Orsù giovane goffo ma ardito,

Del sol e della luna la progenie ecco il mito!

Leggenda ambigua e proibita

Destino mio decantarla, pe tutta la vita.

Strofa 2

Antica la storia,

Antica la gloria!

Strofa 3

Secoli or sono, due giovani affatto peculiari

Attori arguti d’atti leggendari.

Canto La leggenda, canto La fortuna

Della pulzella del sol e del figlio della Luna.

Strofa 4

Un tempo sulla terra v’era una fanciulla

Assai dolce e solare, della felicità la culla.

Solare parola non casuale,

Lei d’altronde nasconde secreto ancestrale

Giammai umana era quella bellezza,

Bensì era di ben altra fattezza.

La fanciulla dalla natura serena

Chi era se non dell’astro la forma terrena?

Strofa 5

Ella usava far del mondo un paradiso

Magia mistica recava: portava il sorriso

Passando portava la magia solare

Conferiva ad ognuno aspetto spettacolare!

Luce proveniva dal suo sorriso,

Illuminava del mondo ogni viso!

Strofa 6

Ma altra grande forza imperversava,

Tra le sue grinfie il mondo sprofondava

Portatore di sciagura,

Malinconica la natura

Scappate popoli,

Della luna ecco il figlio, il mondo a rotoli!

Malinconico, triste, sciagurato

Aspetto alquanto trascurato.

Triste usava lacrimare,

Tristezza solo potea portare.

Giammai crudele fu il suo cuore

Solmente che per lui vivere era dolore

Non agiva volendo recar danno

Ma ciò i popoli non lo sanno!

Strofa 7

Egli era un reietto, dalle nazioni odiato

Veniva ritenuto abietto, essere spietato

Egli la gioia assorbiva,

La bella stagione al suo passo finiva!

Strofa 8

Solitaria creatura

Portatore di sciagura!

Animo buono, ma la tristezza sua odio

Portava solo, era, tra i più odiati, sul podio!

Strofa 9

Uno vespro nella brughiera

I popoli si recarono in preghiera

Salvaci salvaci, signora del Sole

Salvaci salvaci, salvaci il Cuore!

Porta l’amore, porta concordia

Del bieco distruggi la discordia!

Porta il sereno per le contrade,

Caccia il nefasto dalle strade.

Colpisci duro, colpisci senza pietà

Ammazzalo ora, il signore d’oscurità.

Strofa 10

Tutto era pronto, fate attenzione,

Tutto era pronto per la fatal tenzone!

La signora che la pace recava

Vedette l’oscuro che si avvicinava

Strofa 11

Quando il destino sembró la guerra,

Altro destino scosse la Terra!

Questa ragazza piena di amore

Dono avea di saper leggere il Cuore!

Nascosta per lei non era la recondita natura

Del signore oscuro, signore della sciagura!

Strofa 12

Non odio, non cattiveria

Bensì sofferenza, sofferenza deleteria!

Strofa 13

Quale cagione reca la tua sofferenza

Parlane ora, però con pazienza.

Strofa 14

Lì, all’alba della stagione,

Cominciò la sua spiegazione!

Strofa 15

Non porto certo tristezza con dolo,

È che sovente mi sento solo!

Mi sento brutto

Rifiutato proprio dal tutto.

Nessuno giammai mi apprezzò,

Perché la mia presenza il mondo inquinò.

Tossico sono io, non faccio altro che recar

Tristezza e guai, come ogne potrà favellar

Perciò, o regina del sole, del paradiso

Non rovinarti il sorriso col mio brutto viso!

Sono un errore, un errore grosso

Non dovrei esistere: sono un paradosso!

Favello ora, favello forte

Unico rimedio per me è la morte.

Strofa 16

Così parlo quel ramingo essere

Così parlo del suo malessere.

La signora del sole rispose serena

Portando amore sulla sfera terrena!

Strofa 17

Uccidere? Morte! Giammai

Di sorriso e luce bisogno avrai!

La morte non è la medicina

Medicina è la speranza, t’assicuro, vicina!

Vieni con me, guardami bene

Sorridi forte, scaccia le tue pene!

Non sei brutto, non sei reietto

Hai bisogno di luce, di un umore perfetto

Prova a sorridere, prova lesto

Vedrai: il positivo giungerà presto.

Strofa 18

Giacche la luce della ragazza deflagrò

L’oscurità, che il giovane Liberò

Irruppe per lui la fortuna,

Ora lui luminoso come il chiaro di luna!

Strofa 19

Ora sto meglio, di te sono grato

Mi sento bene, mi sento apprezzato!

A te devo la mia salvezza,

Sempre fedele sarò alla tua dolcezza

Strofa 20

Così, amicizia scoppiò tra le due vite

Che scacciò dalla Terra le ferite.

L’amicizia si sa, è il dono migliore

Nasce quando la luce ti entra nel cuore!

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