Spinoza e Severino: confronto sull’eternità! Primo episodio!

spinoza

Breve introduzione!

Spinoza e Severino: confronto sull’eternità. Questo il titolo della mia tesi di laurea triennale in filosofia, ottenuta a pieni voti nel marzo del 2023 all’università Ca’ Foscari di Venezia. Dato che è passato ormai un anno da tale evento, sento ora il grande piacere di pubblicarla integralmente, in piccole puntate!

Buona lettura, Mattia Mandalà!

Episodio I. Il contesto: lo Spinoza pre-severiniano.

Prima di entrare nel merito per quanto riguarda l’analisi dell’interpretazione severiniana di Spinoza è fondamentale riassumere i tratti fondamentali delle interpretazioni del pensiero spinoziano a lui precedenti. Questo con un duplice scopo. Il primo scopo è quello di contestualizzare tale interpretazione nell’ambito delle varie interpretazioni effettuate in ambito italiano ed europeo.

Il secondo scopo è quello di mettere in risalto il fatto che, nonostante siano apparentemente molto divergenti tra loro, le varie interpretazioni spinoziane pre- severiniane di fatto dicano la stessa cosa per quanto riguarda la loro essenza, rimarcando inoltre il fatto che l’ispirazione severiniana sia un’interpretazione così originale e nuova da essere contraria a quanto dicono quelle precedenti, seppur tra loro apparentemente antitetiche.

Voler sostenere che, di fatto, la totalità delle interpretazioni di Spinoza pre-severiniane abbia la stessa essenza potrebbe a prima vista sembrare assolutamente paradossale ed arduo. Potrebbe sembrare arduo e paradossale proprio perché le varie interpretazioni di Spinoza sono, almeno a prima vista, così differenti da indurre a pensare che siano difficilmente riconducibili alla medesima tesi di fondo. Negli ultimi secoli in Europa ed Italia si sono infatti susseguite valutazioni molto differenti tra di loro: alcune erano molto critiche e condannavano il suo pensiero, altre ancora lo esaltavano e rendevano adesso grandi meriti.

Sembra quindi arduo a prima vista trovare una sintesi comune a tali tesi divergenti. Però queste tesi, entrando più nel dettaglio, anche se si sviluppano seguendo vie completamente differenti le une dalle altre condividono la stessa radice, il medesimo punto di partenza. Presuppongono quindi un medesimo assunto di partenza: ossia che il suo pensiero rappresenti un’alternativa radicale nei confronti della tradizione a lui precedente! Il fatto che tale assunto venga interpretato come un che di positivo o di negativo è alla fine irrilevante: tutte le interpretazioni considerano Spinoza come completamente diverso al pensiero tradizionale.

È proprio questo il punto sul quale Severino è il primo ad essere estremamente critico: la sua interpretazione è la prima a negare questa discontinuità rispetto alla tradizione, mettendone invece in risalto la grande continuità rispetto ad essa. Questa grande continuità che Severino vede in Spinoza circa il resto della tradizione occidentale sarà resa ben visibile nel corso dei prossimi capitoli dell’elaborato.

Per quanto riguarda questo capitolo invece, si tenga ora saldo in mente il fatto che l’interpretazione spinoziana di Severino sia assolutamente rivoluzionaria al resto del panorama ermeneutico a lui contemporaneo e precedente a causa della sua negazione della tesi di fondo delle interpretazioni spinoziane a lui precedenti, ovvero il fatto che tali interpretazioni ponessero il pensiero spinoziano come totalmente altro rispetto alla tradizione. Dopo aver delineato lo scopo di questo capitolo ed il suo punto fondamentale, si entra più nel dettaglio nell’analisi, per rimarcare il fatto che le diverse interpretazioni spinoziane pre-severiniane mettano ampiamente in luce la portata rivoluzionaria di Spinoza, talvolta in senso negativo, talvolta in senso positivo. Per dimostrare ciò, mi servirò anche del prezioso contributo dell’opera di Francesco Cerrato “Liberare la modernità. Spinoza in Italia tra Risorgimento e Unità . Verrà reso ben esplicito il fatto che sia interpretare Spinoza come un pericolo eretico, sia interpretarlo come colui che ha davvero inaugurato la modernità, sia in fondo riconoscere in lui un profondo stacco rispetto alla tradizione, stacco che invece Severino nega fortemente. Si procede dunque ora con l’analisi generale delle linee ermeneutiche di Spinoza precedenti a Severino, per risaltare l’aspetto fondamentale che si intende mettere in risalto in questo capitolo. Il fatto che Spinoza nei secoli abbia conosciuto interpretazioni molto differenti (benché questa differenza sia, come qui sostenuto, riconducibile alla stessa essenza) è reso ben noto da Cerrato fin dalle prime pagine della sua opera. Egli infatti fa prontamente notare come

Da scrittore maledetto, ateo e materialista […] Spinoza inizia ad essere stimato in tutta Europa come colui che il quale ha organizzato in un pensiero rigoroso e sistematico l’immanenza di Dio e natura

F. Cerrato. Liberare la modernità. Spinoza in Italia tra Risorgimento e Unità. Rubettino editore, Soveria
Mannelli 2016, p. 6

Notiamo quindi che il giudizio di valore cambia diametralmente, però l’essenza rimane la stessa: si tratta di notare che in fondo si tratta solamente del fatto che si dia un diverso valore alla rottura con la tradizione, non negare che essa ci sia! Tale negazione costituisce solo l’interpretazione severiniana. Qui invece semplicemente troviamo due diverse accezioni di questo differire: in un caso differimento come pericolosa eresia, dall’altro lato come ciò che permise alla modernità del pensiero di nascere in maniera definitiva. Diverso peso morale quindi, ma sempre di un differire si tratta. Il fatto che il significato di tale differire sia diverso è trascurabile per quanto riguarda l’essenza di questo discorso.

Il fatto che tale pensiero sia esplicitamente considerato come alternativo rispetto alla tradizione è messo in risalto poche pagine dopo, tramite il riassunto delle tesi
fondamentali di Gioberti e di Spaventa, che interpretano la sua filosofia come

Una delle grandi alternative del pensiero moderno […]. Evidentemente già il teorico del
neoguelfismo, pur mantenendo un approccio ancora critico, individua nel pensiero spinoziano una delle grandi alternative della modernità

Ibid., pp 11-12

Qui il termine “alternativo” assume massima rilevanza: è evidente che viene considerato completamente altro rispetto alla tradizione filosofica precedente.

Per fare un esempio pratico, nell’interpretazioni di Pasquale Galluppi troviamo un chiaro segnale di tale istanza, in quanto egli si sente in dovere , a proposito della filosofia di Spinoza, di

difendere la fede cattolica dai rischi di una filosofia troppo sbilanciata verso il soggetto

Ibid., p. 48

Ora, appare evidente che il fatto che indicare Spinoza come portatore di rischio per la fede tradizionale cattolica implica il fatto di considerare quindi il suo pensiero come esterno a tale tradizione, completamente altro rispetto ad essa. Tale segno di considerare tale pensiero come opposto alla tradizione è letto anche positivamente. Ad esempio, Lessing secondo Cerrato

Confessa senza reticenze né pudore di essere anch’egli spinozista, ovvero di aver sostituito alla divinità della tradizione la credenza che l’unità della natura sia l’unica dimensione dell’esistenza

Ibid., p. 55

Anche se in questo caso è vista come elemento assai positivo, è pur sempre presente una considerazione in sé alternativa e nuova rispetto al pensiero tradizionale e dominante all’epoca. Tale assunto di fondo è dato per scontato anche da Mendelssohn, che per
difendere lo stesso Lessing dall’accusa di ateismo attribuendo sia a lui che a Spinoza

Una vera e propria fede panteista, certamente diversa dalla religione della tradizione

Ibid., p. 56

Si tratta anche in questo caso quindi del rimarcare esplicitamente le differenze dalla tradizione e non piuttosto la continuità. L’uso dell’aggettivo certamente è emblematico. Il notare solo una grande differenza è quasi un presupposto acritico, che solo Severino arriverà a sciogliere ragionando su ciò che invece lega strettamente Spinoza con la tradizione, al di là delle differenze che inducono a considerarlo esterno ad essa.

L’autore appena citato è celebre per una nota controversia con Jacobi sul tema di
Spinoza, fondamentale per il cambiamento del modo di recepire Spinoza in Europa, rendendo il tema di grande attualità in Europa (siamo all’inizio dell’800) , facendo progressivamente passare Spinoza da eretico pericoloso a grande innovatore che diede inizio alla modernità. In entrambi i casi però, sia in positivo che in negativo, ne viene fatta notare l’originalità rispetto alla tradizione piuttosto che le assonanze con essa. Cerrato afferma che

Dopo le interpretazioni settecentesche che avevano tratteggiato la figura di un filosofo ateo e materialista, ora si fa largo […] un nuovo Spinoza, panteista e anti-volontarista. Un filosofo i cui meriti principali consistono nell’aver
ricondotto la dispersa molteplicità naturale ad una sola unità, identificata con l’essere di
Dio, e aver dedotto da questa concezione del tutto un’etica anti-volontaristica

Ibid., p. 69

Si tratta quindi in entrambi i casi di una rottura con la tradizione giudaico-cristiana: il
fatto che in un caso sia vista come negativa che lo porta ad essere considerato come ateo e nell’altro positiva che gli dà del “panteista” non cambiano il fatto che in entrambi i casi
si stia indicando una grande alterità rispetto alla tradizione. Il fatto di concentrarsi sulle differenze con la tradizione fa perdere di vista il legame essenziale con essa: più ci si
concentra sulla diversa concezione del divino e della volontà, più si perde di vista il
fatto che tali tradizioni abbiano un legame alquanto essenziale. Questa grande discontinuità dalla tradizione precedente è sostenuta anche dall’idealismo tedesco ottocentesco, ravvisabile dal fatto che la sua filosofia dell’immanenza assoluta lo renda

ll primo dei filosofi propriamente moderno

Ibid., pp. 70-71

Dunque, come recita il titolo dell’opera, Spinoza viene interpretato come colui che porta il mondo del pensiero nella modernità. Ora, portare qualcosa nella modernità di cosa è indice, se non di uno stacco evidente con la tradizione? Stacco decisamente evidente secondo tali interpretazioni e completamente assente nel pensiero severiniano (che lo considera infatti come ancora facente parte del pensiero nichilista incoerente, come alla tradizione a lui precedente). Tale pensiero è ad esempio colto indubbiamente come una novità radicale rispetto alla tradizione secondo Hegel, che sostiene che

Intendendo panteisticamente la natura e la civiltà quali espressioni dell’essere di Dio, l’autore dell’etica appare come il filosofo che per primo ha osato pensare “l’abisso dell’unica sostanza”[…] in una forma razionalmente complessa e compiuta

Ibid., p. 91

In breve quindi, avendo Spinoza avuto secondo Hegel

il merito di aver pensato la realtà come immanenza assoluta, recidendo qualsiasi rimando all’esistenza di una dimensione ancora trascendente

Ibid, p. 113

esso è senza dubbio colui che, secondo questa interpretazione, ha avuto il merito di inaugurare un modo prettamente moderno di ragionare, mettendo quindi, ancora una volta, in risalto le grandi differenze con la tradizione trascendentista.

L’eredita hegeliana per quanto riguarda l’interpretazione di Spinoza si farà sentire in Italia, fungendo da filo rosso nella lunga linea di interpretazioni che porta da Spaventa a Gentile. Per arrivare ad’un interpretazione completamente diversa nella sua essenza, e cioè lo Spinoza completamente immerso nella tradizione precedente si dovrà attendere fino all’interpretazione severiniana. In definitiva, in questa breve introduzione è stato sostenuto che il panorama ermeneutico del pensiero spinoziano pre-severiniano è del tutto incentrato sulla sua grande differenza rispetto alla tradizione, vista talvolta come pericolo, talvolta come vero e proprio inizio della modernità filosofica. Severino pertanto apporta a tale panorama un contributo rilevantissimo in quanto la sua interpretazione, al contrario delle precedenti, non condivide l’assoluta alterità rispetto alla tradizione come suo assunto di fondo. Ed è proprio tale interpretazione ad essere oggetto di analisi dettagliata nel prossimo capitolo, dopo che questo capitolo ha spiegato come mai si tratti di una prospettiva praticamente inedita di questo tema.

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