Perchè non sentiate mai nella vostra vita la mancanza di poesie, ecco che vi presento questa raccolta di poesie enigmatiche e misteriose di Paolo Baccarelli.
Sì, mistero ed enigma è ciò che l’autore ci vuole trasmettere. Non casualmente, questa raccolta si chiama “Semi di nebbia”! La nebbia cela infatti ciò che si trova dietro di essa, rendendo in un certo senso la vita un mistero!
Vi lascio dunque a “semi di Nebbia”, non prima di darvi il link di tutte le poesie presenti sul sito!
Il direttore, Mattia Mandalà!
PENSIER, MI PERMETTA
Aspro intimo desiderio da me cantato
come puoi star lontano
da chi dal nulla t’ha creato?
mi permetta di spiegare
prima che parli in vano:
È completamente una rivolta
che nel gel si propaga danzando
emanando calore poi stupore
che si ritramuta in calore
proprio perché creato
dal nulla divenuto
esigo il divenire;
come si può rimanere immobili?
come si può rimanere inermi?
come si può essere così domabili?
io sovrano del mio pensier dichiaro guerra
a queste lacune, cicatrici profonde
osate chiamare “domande”
da che vita è pensiero, l’inganno
che tanto ci fa desiderare giace all’angolo
‘ove vaghiamo non bramandoci.
L’ULTIMA ALBA
se partissi?
se mi incanalassi nel pieno mistero?
pure l’ultima nave all’alba
soave ha abbandonato l’orizzonte
duole il pensiero che contemplando
si accorge di esser di fronte a se medesimo
se mi tirasse?
se le mattonelle ormai distanti chiamassero per l’ultima volta?
in tal caso nessuno si volti indietro
ognuno dimentichi
non vale la pena
continuate a vivere come sempre
se ormai partito non mi voltassi?
se ormai partito osservassi quei tuoi pensieri in cui risiede il mio nido?
ti osserveró perché ogni nido
del mio pensier era inabitato
ti osserveró quando ogni “se” precipitando diverrà affermazione
BUCHI
La pioggia cerca di entrare,
entra dal piccolo buco
che hai lasciato nel muro
nel muro fatto di cartone
che con una lacrima
potrebbe annegare
così facesti
da quel giorno, mi rifugio tra le tue lacrime
come se tutto fosse ruggine che
cade dall’oro consumandosi
ricreando a sua volta costellazioni
solo i bisbigli al sole.
solo le urla all’anima
solo l’unica toppa sarà la mancanza
solo l’unica mancanza sará la toppa
di toppe e mancanze se ne intende
chi con mancanze cura le toppe
IL MARINAIO
Per l’istante
il vizio si ferma
diventa distante
il cuore scherma
si risolve solo
se dinanzi afferma
Il grande ruolo
con lo sguardo risolve
che sembri innalzi il suolo
per i peccati assolve
Il terribile ladro
che per grazia evolve
per intuito ho compreso
rimorirò piuttosto navigando
che per aspettare disteso
ho imparato andando
che per la quiete
si ama naufragando
non è questione di sete
per carità nemmeno speranza
ma di ciò che inquiete
che se adorato con sostanza
di spettacolo in spettacolo
ritira la mancanza
noi siamo l’oracolo
che dello spazio tempo
ne annuncia il proprio miracolo
BAMBOLA DI PRINCIPIO
Sono la bambola vestita di carta
che col soffio si spoglia completamente
chi osa amar il sogno di vita
sarà sempre vestito
ma mi addormento nudo e vulnerabile
per scelta ovvia d’affetto e onestà
se dovessi parlare
al cielo da cui tanto ci invaghiamo
ci guarderebbe con dolore
sommergendo tutti i vestiti di carta all’istante
ma mentre la pioggia le sfiorava la guancia
lei guardando il cielo sorrise
poiché il cielo è solo un banale specchio
dove le anime bramose si svegliano
quelle stanche si riconfermano
ma tutte vedendosi riflesse si addormentano
mai e poi mai
voler da pensiero ragion di bellezza
da lá si sfocia nel buco tenebroso
sprovvisto di fine, tanto meno di principio