Barcellona: una poesia malinconica e feroce!

Barcellona

Il mare di Barcellona come ispirazione

Questa poesia è datata 2019 ed ha subito varie rielaborazioni. E’ stata scritta dal suo autore, Matias Don Karnage y De La Vega Ruiz Fernandez Bruno Martino Exposito Abel Fernando Barbosa Bojaejur Martinez El Loco José Panchito Carioca Mandalà, mentre era seduto su una panchina in spiaggia a Barcellona durante il viaggio di maturità. Noto per la sua indole malinconica e misteriosa, l’autore scrisse questi versi sul proprio telefono cellulare mentre fissava il mare di Barcellona, cercando di esprimere tutto il suo sentire attuale nelle sue parole.

Per altre riflessioni sul mare, vi lascio questo articolo!

La critica e l’inquisizione hanno massacrato l’opera di questo autore morto perché inciampato da solo nel 2022, ma noi della Filosomattia vogliamo dare spazio a quello che reputo un genio incompreso!

Poesia

Lieve et soave la brezza spirava
Lieve la cute mia apprezzava
Ma l’animo mia sovente soffriva
Pensando et pensando moriva
la giornata, ed io seduto sul legno
continuai a costrurre sulle nubi un regno.

Blu il mare rapì la via vista
Blu color di lontananza
Blu che parea cosa trista
Blu che in sè ha una mancanza.

Triangoli nel blu balzavano
Onde alte apprezzavano
La brezza gli spingeva
“Dove andranno mai?” Il  nôus mio questionava

E dove vado , dove andiamo?
Che senso ho , che senso abbiamo?
Questa saga smarrita ed indefinita
Che chiami vita.

Pensando poi nubi circondano la mente mia
Confondo vita e morte, smarrisco la via
Tracotante di rabbia, sta la foschia
La vita richiede che siano spazzate via

Dal nulla la svolta pervenne,
Scuotendo il sonno perenne:

La spiaggia è solo un simbolo insondabile
Un mistero indecifrabile,
Segreto ambiguo come questa vita
Cosa assai trita
La spiaggia è un mito che non mi è consueto
La spiaggia è un sogno che si fa incompleto.
La spiaggia forse non è mai esistita
Come quella via torta ed indefinita
Che chiami Vita