Heidegger e la chiamata silenziosa. A cura di Lorenzo Marciante

Sono lieto di presentarvi questo articolo di Lorenzo Marciante, intitolato “Heidegger e la chiamata silenziosa”. Il pensiero di Martin Heidegger è sicuramente uno dei pensieri più affascinanti dell’intera storia del pensiero umano!

Si tratta di un articolo abbastanza specialistico, ma non temete! Sarà a suo tempo scritto un articolo introduttivo sul suo pensiero!

In attesa di ciò, vi lascio alle parole di Lorenzo! In bocca ad Heidegger!

Heidegger e la chiamata silenziosa. A cura di Lorenzo Marciante

Heidegger, nella sua opera capitale: Essere e Tempo , dedica una buona parte dell’opera all’importanza di decostruire il “si” per approdare alla vita autentica e ad un “poter essere” “Seinkonnen” che ci permetta di dare una forma autentica alla nostra esistenza.

Ma qual è la porta d’ingresso preferianzale attraverso la quale entrare entrare nel regno dell’ autenticità? La risposta è chiara ed enigmatica allo stesso tempo; la porta è l’angoscia, l’angoscia che colpisce forte e ci disarma, l’angoscia che nella sua indeterminatezza, quasi come un fantasma, piomba nella nostra vita e ci mostra da un lato le  infinite possibilità , dall’altro l’infinito vuoto che circonda il “Dasein”. 

“L’esserci” angosciato, sente forte e chiaro qualcuno o qualcosa che lo chiama, che lo invoca, sente una voce che non parla. Chi chiama? Che dice? 

È la nostra coscienza che chiama, senza dire nulla; eppure in quel nulla c’è la chiave per dare mettere sotto scacco la pubblicità, il chiacchiericcio sterile che a lungo andare ci trasforma in burattini del mondo.

La nostra coscienza “Gewissen” scrive Heiddeger, senza nessuna pretesa moralista o superegoica, chiama e tace, non è più immersa nel mondo della “chiacchiera”, la sua è una chiamata silenziosa, un vuoto fertile che permette finalmente di dare una parvenza di senso alla “deiezione”, che considera la morte come propria possibilità e che dunque   interrompe la catena vuota di significanti. 

Finalmente il re è nudo, il silenzio invece si veste con abiti diversi, rinnega la pubblicità e si fa spazio all’interno di una coscienza pietrificata dall’indeterminato, di una coscienza che è costretta per una volta a non suggerire soluzioni, ma chiama silenziosamente, invoca  e ricorda all’Esserci di non sprecare il suo tempo, di ascoltare la chiamata discreta e disarmante che ci consente  finalmente di “ poter essere per la morte” “ seinkonnen fur Tod” e trasformare  la nostra vita in un albero capace di generare frutti.

Per filosomattia.it, Lorenzo Marciante!

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