Naturalisti ionici: agli albori della filosofia!

Capitolo 1.Naturalisti ionici, i primi tra i presocratici!

naturalisti ionici

Comincia ora la prima grande tappa del nostro grande viaggio, dedicata alla scoperta dei naturalisti ionici. Questa prima grande tappa del nostro tour filosofico ci farà muovere nello nel tempo di svariati millenni . Allacciate le cinture: viaggeremo indietro nel tempo di circa 2500/2600 anni. Siamo diretti verso la costa occidentale dell’attuale Turchia. Ora avremo a che fare con il pensiero dei mitici primi grandi pensatori di questa disciplina. L’aspetto attraente? Sono sicuramente i filosofi dei quali abbiamo sicuramente meno informazioni in assoluto, come dirò tra poco! I naturalisti ionici sono i primi tra i presocratici, quindi prima di tutto quindi sarà necessario chiarire il significato di tale termine prima di approfondire in questo capitolo questi pensatori.

Chi sono i presocratici?

Si tratta di un termine decisamente ampio. Esso connota tutti i pensatori principali che hanno la caratteristica di essere vissuti prima di Socrate, ossia prima del quarto secolo A.C.

Di per sé quindi si tratta di una categoria in primo luogo più cronologica che tematica o geografica: racchiude infatti in sé pensatori che differiscono anche pesantemente per quanto riguarda il loro pensiero (basti pensare a Parmenide e ad Eraclito) e per la loro posizione geografica (si tratta di una zona che va dalla Campania alla Turchia!)

Si tratta quindi di una categoria meramente temporale? Non del tutto!

Come spiegato nel capitolo introduttivo, la filosofia nasce come risposta allo stupore causato dall’ignoto. Questi pensatori sono accomunati dal tentativo di dare una spiegazione riguardo al tutto in modo da scacciare questa angoscia. Nel fare ciò si distanziano dal mito in quanto tentano di usare strumenti puramente razionali nell’atto delle loro indagini sulla natura e sul tutto.

Fondamentale quindi il concetto di arché, ovverosia principio, origine. Questi filosofi hanno in comune l’obiettivo di rendere ragione della natura e della totalità. Sono quindi alla ricerca di uno o più principi che siano in grado di spiegare il tutto.

La grande eccezione è però Parmenide sotto questo punto di vista: per il pensatore di Elea parlare di origine/causa è sbagliato, come vedremo. Proprio il suo pensiero sarà fondamentale perché andrà a condizionare la ricerca dei pensatori presocratici a lui successivi, come Empedocle o Democrito.

Il problema delle fonti

Questi pensatori sono quelli che in assoluto sono per noi assai più misteriosi. Questo perché le fonti che ci sono rimaste scarseggiano. Non ci permane di loro infatti alcuna opera integrale, ci rimangono solo alcuni frammenti. La totalità del loro pensiero invece non la possiamo andare a toccare. Il primo filosofo del quale invece abbiamo un corpus letterario integro e soddisfacente viene dopo di loro: stiamo parlando di Platone.

Oltre ai vari frammenti, le uniche altre fonti che abbiamo su di loro sono le informazioni che ci hanno fornito nelle loro opere Platone ed Aristotele. Questo fatto è però problematico perché non ci permette di risalire con esattezza al loro pensiero, perché in tal caso si parla comunque di interpretazioni inevitabilmente condizionato dalle loro posizioni filosofiche.

In particolare, Aristotele parla di loro nella Metafisica e lo fa per analizzare come i suoi predecessori abbiano svolto la ricerca della causa (o delle cause) del tutto.

I naturalisti ionici

Rompiamo dunque gli indugi e cominciamo dunque il nostro viaggio tra i naturalisti ionici, dopo aver chiarito le questioni preliminari. Partiamo dunque per le coste della Ionia, ovvero le coste occidentali dell’attuale Turchia. Nel corso dell’ottavo e nono secolo A:C queste terre furono colonizzate dai greci, che fondarono alcuni insediamenti quali Efeso e Mileto. In queste terre nel corso dell’ottavo secolo nacque per la prima volta un’indagine che potremmo chiamare filosofica relativa alla natura ed all’origine del tutto.

Come scritto nel capitolo precedente, intendevano infatti risalire al principio del tutto e dare quindi ragione della natura per scacciare l’angoscia dell’ignoto. Il termine”naturalisti” è dovuto al fatto che questi filosofi oltre ad indagare sulla natura intendevano il principio come un qualcosa di fisico, di materiale.

Ce lo ricorda infatti Aristotele nella Metafisica. Nel libro Alfa lo Stagirita intende spiegare come i suoi predecessori hanno inteso la questione delle cause del tutto.

La maggior parte di coloro che primi filosofarono pensarono che princìpi di tutte le cose fossero solo quelli materiali

Aristotele, Metafisica.

Aristotele ricorda quindi quanto ci sia in comune tra i loro pensieri. Poche righe sotto ricorda anche in cosa si differenziano:

Tuttavia, questi filosofi non sono tutti d’accordo circa il numero e la specie di tale principio

Aristotele, Metafisica

Essi hanno dunque lo stesso scopo e lo stesso metodo, ma non sono invece d’accordo per quanto riguarda quale e quanti siano questi principi.

Ora farò una mappa dei prossimi spostamenti.

Talete

Talete

Talete visse a Mileto tra il 625 ed il 550 a.C. Egli fu un sapiente a tutto piano, un pensatore poliedrico avente i più disparati interessi: si occupò di geometria, di astronomia, di metereologia. A lui dobbiamo ad esempio le prime autentiche indagini relative alla natura delle eclissi di sole, oppure l’affermazione relativa alla congruenza dei due angoli alla base in un triangolo Isoscele.

Non abbiamo alcun frammento diretto relativo al suo pensiero. Tutta la sua fama è dovuta quindi alla tesi a lui attribuitagli da Aristotele nel primo libro della Metafisica. Egli viene definito come il primo pensatore ad aver tentato di ricondurre l’origine del tutto ad un principio unico usando strumenti razionali. Tale elemento era un elemento materiale (come detto nel paragrafo precedente, tutti i primi filosofi sono convinti che il principio originario della natura sia materiale) ossia l’acqua. Ora lasciamo la parola ad Aristotele e commentiamo il suo passo. Questa è praticamente l’unica fonte che abbiano tutt’ora relativa a questa tesi.

Talete, iniziatore di questo tipo di filosofia, dice che quel principio è l’acqua (per questo afferma che la terra galleggia sull’acqua), desumendo indubbiamente questa sua convinzione dalla constatazione che il nutrimento di tutte le cose è umido, e che perfino il caldo si genera dall’umido e vive nell’umido. Ora, ciò da cui tutte le cose si generano è, appunto, il principio di tutto. Egli desunse dunque questa convinzione da questo e inoltre dal fatto che i semi di tutte le cose hanno una natura umida, e l’acqua è il principio delle cose umide.

Aristotele, Metafisica, Libro A-3, da 983 b 19 a 983 b 28

In questa breve testimonianza aristotelica sono già chiaramente visibili le caratteristiche dell’indagine filosofica , non solo dei presocratici ma in quanto tale: si tenta di indagare sul tutto utilizzando argomentazioni di carattere razionale. Per trovare risposta relativamente all’origine del tutto, egli si chiedette quale sia il principio unificatore del tutto, che cosa abbiano ossia in comune tutte le cose della natura: egli ritiene che sia l’acqua perché vede in essa l’elemento comune a tutte le cose della natura, essendo il nutrimento qualcosa di umido. Che si condivida o no il suo ragionamento, non si può a mio avviso negare che tale indagine abbia sicuramente carattere razionale.

Anassimandro

Finita la nostra indagine su Talete, continuiamo ora il nostro viaggio facendo visita ad uno dei naturalisti ionici più importanti e misteriosi. Sto parlando di Anassimandro! Siamo nella stessa città di Talete, ossia Mileto! Gli anni sono più o meno gli stessi, anche se Anassimandro è più giovane di Talete.

Naturalisti ionici
Busto di Anassimandro

Perché ho detto che si tratta di un pensatore molto importante? E’ stato semplicemente l’autore che avrà il merito eterno di avere pronunciato le prime parole della millenaria storia della filosofia! Infatti il frammento più antico a noi pervenuto della storia della filosofia è opera sua. Si tratta di un frammento con una scritta breve quanto misteriosa ed enigmatica.

Principio degli enti è l’illimitato… e ciò da cui le cose hanno generazione, proprio lì si dissolvono, secondo la necessità; esse infatti si rendono reciprocamente giustizia della loro ingiustizia secondo l’ordine del tempo.

Anassimandro, Sulla natura

Come notiamo fin dalla prima parola, anche Anassimandro tenta di ricondurre il tutto ad un principio. Non corrisponde però in questo caso all’acqua, ma all’apeiron, all’indeterminato. Anassimandro individua quindi una situazione originaria nel quale non esiste la distinzione tra i singoli enti, ma solo un ente indeterminato ed illimitato. Secondo questo frammento, l’assunzione di determinazione da parte delle cose viene equiparata ad un’ingiustizia morale che dovrà necessariamente essere punita.

Porre l’assolutamente indeterminato come principio primo del tutto sarà un’idea che avrà una grande fortuna nel corso della filosofia. Lo vedremo a ragion veduta nelle prossime puntate di questa serie di articoli!

Anassimene

Siamo sempre a Mileto, terra natia anche di Anassimene. Anche questo pensatore ha l’obiettivo di risalire al principio dell’universo e della natura. Per lui il principio torna ad essere un principio determinato, ossia l’Aria!

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Anassimene

Nei frammenti che sono a noi giunti del suo scritto “Sulla natura”, egli sostiene come in ogni trasformazione fisica di un elemento in un’altro elemento l’aria giochi un ruolo determinante.

rarefacendosi diviene fuoco, condensandosi vento, e poi nube,e, se si condensa ancora di più, acqua e terra, e poi pietre, e poi ancora altre cose.

Anassimene

Egli intende quindi spiegare come ogni elemento di fatto sia originato dall’aria tramite la sua condensazione e la sua rarefazione.

Aristotele conferma la validità dell’attribuzione ad Anassimene di questo frammento, scrivendo nella Metafisica che

Anassimene invece considerò come originaria, più dell’acqua, l’aria e, fra i corpi semplici, la considerarono come principio per eccellenza.

Aristotele, Metafisica

Eraclito

Rimaniamo ora nelle coste della Ionia, ma ci dirigiamo verso nord fino ad Efeso, patria del più oscuro tra i naturalisti ionici ( e non solo: forse è il filosofo più oscuro in assoluto!). Stiamo parlando di Eraclito! Egli ha questa nomea di “pensatore oscuro” per via dello stile oracolare ed aforistico del centinaio di frammenti a lui attribuiti. Egli sia per stile che per tematiche ebbe un fascino particolare su Nietzsche.

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Eraclito(immagine scelta perché mi ha fatto assai ridere). Invece a destra boh una statua?

Egli si considera superiore alla maggioranza degli uomini, spinti dalle loro esperienze singolari e finite e che non danno ascolto al logos, alla ragione della quale sono dotati. Solo con la ragione per Eraclito si può davvero cogliere l’essenza della realtà autentica. Il logos non è solo la ragione della quale l’uomo è dotato, bensì si tratta della legge che permea il mondo.

Dando ascolto alla legge del logos, si nota che l’universo sia permeato da un’armonia profonda, espressa dal conflitto eterno tra i contrari, conflitto che per Eraclito dà origine a tutte le cose. Nessuna cosa può vivere senza il suo contrario, questo conflitto è indispensabile. Il polemos, questo conflitto universale, viene considerato da Eraclito come “padre di tutte le cose”. Tale principio viene fatto coincidere dall’elemento naturale che più lo rappresenta, ovvero il fuoco!

Questo ordinamento del mondo, lo stesso per tutti quanti, né uno degli dei né degli uomini lo fece, ma sempre era ed è e sarà: fuoco sempre vivente, che secondo misura si accende e secondo misura si spegne.

Eraclito

Questa concezione del mondo come risultato del conflitto è una concezione estremamente dinamica, esprime il trionfo di un divenire incessante che permea il mondo.

Per oggi è tutto, il nostro viaggio tra i presocratici continuerà nel prossimo articolo, che sarà dedicato a Pitagora!

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