Sono quantomai orgoglioso di pubblicare sul questo sito la raccolta “La ragione del popolo”, del geniale Paolo Baccarelli. Penso che con questa raccolta abbia sicuramente superato sé stesso. Non vi rubo davvero altro tempo, qualsiasi tentativo di spiegazione o introduzione sarebbe superfluo. Ora vi lascio alle sue parole, come serpenti incantati da questo mitico incantatore!
Il direttore, Mattia Mandalà!
Raccolta “La ragion del popolo”-Paolo Baccarelli
Ombre di solitudine
Le alienavo, sottostimavo
ma guardami ora:
a bramarle come statue taoiste
di un passato presente, ancora qua
ora mi donano prosperità
queste ombre di solitudine
che un tempo non lontano
sembravano illusioni d’attualità
ecco che le ombre
mi riparano dalla cecità
del nuovo sole che sorge
in questo caldo occidente
sì, il popolo ha ragione:
son pensieri vecchi, adolescenziali
di un ripercuotersi di emozioni
tramutate in lamenti esistenziali
va bene cari consorti, però spiegate
siate i miei Zarathustra: annunciate!
annunciate la verità!date speranza
distruggete la mia fratellanza
con le ombre di solitudine
ditemi come si vive
come si ama
che solo temo di fallire
Il Girotondo(l’eterno ritorno)
Tra monti e collina
lontano da città
di cui si intravede la punta
attorno al verde si cammina
il percorso attorno al verde
appartiene al paesino
che di sguardo non degna
ma proprio il breccino
calpestato passo dopo passo
di polvere sì impregna
si cammina in cerchio
in continuazione
forse per coraggio
forse per disperazione
sì, il popolo ha ragione:
Il pensiero mio è troppo perso
per sospettar di una camminata
fatta allo scendere del sole
ma capite: l’è un piattume
in cui si fa tutti il girotondo
guai a chi si ferma o si stanca
non ti fermar vagabondo!
mentre l’ultimo fiore moriva
un uomo, seduto scriveva
è inquietato, è sofferente
ha come la percezione
che da lui ogni sorte dipende
osserva tutto in eterno ritorno
da molto tempo, pur se dolente
non fa parte del girotondo
Polli nella cuccia del cane
Amar veramente senza considerare
che il cuor a breve sprofonderà
come un sasso nel mar dei dolori
è come cogliere mele dal pero
sì, il popolo ha ragione:
tali parole sono banali
tutti ormai lo sanno
tutti ormai son dottori in amore
se vi fa soffrire, perché l’amore
addirittura lo venerate come Iddio?
perché allora tutti dicono da sapienti
che l’amore è il più bel dei sentimenti?
ma insomma voi gradite amare
o vi distrugge il pensiero?
siete masochisti o siete incoerenti?
la grande passione, vi eleva o vi brucia?
per ogni argomento:pur di non guardare
nella grande stanza buia che è la vita
ci convinciamo di aver visto príncipi
che appaiono a noi umani principesse
magicamente solo quando siamo in pericolo
siete come i polli in cerca del pollaio
che si accontentano della cuccia del cane
e pur di non soffrire, invece di farsi coraggio
si convincono di essere cani
e che quella cuccia da cane
è ciò che hanno sempre cercato
Spada dolor che a petto volge
Osservo, cado, riosservo
sempre con la nobile spada
appena forgiata, appena sciabolata
che lucrante a petto volge sfiorandolo
tale condizione labbra sbarra:
appena l’idea si spoglia
e dubbio in parola si presenta
la punta la gracile pelle fora;
ecco limite, ecco ove parola non basta
ecco ove mistero sole vista accieca
emanando luce ignota
visibile solo tramite dolore
sì, il popolo ha ragione:
canto dolore ma rido e gioisco
canto dolore ma di serietà son sprovvisto;
carissimi!
se dolor per voi è un pianto nostalgico
e non attimi di gioia spensierata
vi chiedo in prestito felicità
che voi evidentemente in pugno stringete
Addio ninfa ingiallita
Spero che un giorno
guardando nei miei occhi
vedrai il tuo riflesso
in silenzio
senza dire frasi ad effetto
ti guarderai
penserai a te
al mondo nostro
ancora impresso nei miei
nei tuoi occhi
è ancora là intatto
pure la bambola è ferma
la poltrona rossa non si muove mica
grazie, di aver avuto il coraggio
di aver mostrato l’essenza
mostrato l’amor tuo per i demoni
grazie al cielo
da quel giorno non oso sognar piú;
mi mostrasti l’estrema gioia
dell’illusione
dunque mi sono guarito da essa
annietandomi il vaccino
che come un magnete di forza opposta
respinge da entità raccapriccianti
sì, il popolo ha ragione:
l’è una banale poesia d’amore
sono un giovane illuso come tutti
che i fior coglie ormai marciti
che parla d’amore come tutti
cari miei, non si parla d’amore!
ma di mistero, di ingenuità
sì parla di attimi di rubati
attimi sprecati
cuori che pompano odio
mi vergogno di sprecar energie
mi vergogno della stessa mente
che rievoca cadaveri
ma con ciò dico addio solennemente
a ogni pensier mai nato, scolpito
a ogni desiderio, a ogni sentimento
che te ninfa ingiallita abbia mai riguardato