“Conosci te stesso”, γνῶϑι σεαυτόν. Questo l’invito di Mena Esposito!

conosci

L’importanza della conoscenza di sé. A cura del direttore

“Conosci te stesso”. Famosa la massima, famosa la dimenticanza: come sostenuto da Mena, negli ultimi secoli abbiamo perso quella che è una delle conoscenze più importanti, ovverosia quella di sé stessi. “Conosci te stesso” è più di una semplice frase! Ti apre un mondo sconfinato, la grande porta del mondo interiore, certamente non meno esteso di quello esteriore!

Lasciati guidare dalla voce che recita “Conosci te stesso” e troverai un mondo nuovo, così naturale ma anche così estraneo.

Facciamoci quindi guidare dalle parole di Mena e riflettiamo insieme! Per leggere un altro articolo di Mena, vi lascio questo link! Ed ora andate, verso il suono della voce che vi dice “Conosci te stesso!”

Il direttore, Mattia Mandalà!

«γνῶϑι σεαυτόν»

Oggi con questo nuovo articolo vorrei fare una riflessione o un invito che – di riflesso – ho rivolto e rivolgo anche alla mia persona.
Anzitutto vi suggerisco di trovare del tempo per sedervi (se ora siete troppo impegnati, passate un’altra volta, sarete ben accetti e anzi, avrete in dono del thè accompagnato con deliziosi biscotti per aver saputo ritagliare lo giusto spazio per la lettura), ad avere il coraggio e la voglia di guardarvi ad uno specchietto, esaminare i bei distinti dettagli del vostro viso e solo dopo iniziare un dialogo con voi stessi.

Perché dico questo? Perché, per usare un eufemismo, negli ultimi secoli un po’ abbiamo perso questa pratica, ovvero quella di rivolgere una particolare attenzione al nostro io, vale a dire ai nostri reali bisogni, desideri, pensieri, sentimenti.
E come esordire, allora, con questo monologo interiore?
La prima cosa chiedendovi come state. E siate sinceri nella risposta, siate gentili.
A questo punto chiedetevi, sempre cordialmente, di:
smetterla di pretendere tanto dagli altri individui, quelli al di fuori di voi, per colmare dei vuoti che vi siete non volutamente provocati con le vostre esperienze.
So che molti si sentiranno toccati da tale richiesta, ed è proprio questo sentirsi “rapiti” che mi auguro farà riflettere.

Secondo, e non per importanza: smetterla di caricare i vostri figli, non è Amore («στοργή») donare loro un tetto, istruirli, manipolarli inconsciamente a vostro piacimento perché “da grande dovrai essere qualcuno”. Loro non siete voi, sono “estranei” con altre doti, predisposizioni, talenti, modus vivendi. Non sono, nella maniera più assoluta, dei vostri disegni/progetti.
Lasciateli liberi, lasciateli stare, soltanto quando imparerete questo, potrete dirvi di esservi avvicinati al vero Amore. (Gabriella Tupini, psicologa, ha approfondito in maniera più specifica e ampia questa tematica, vi consiglio di cercarla…)

Terzo punto, se siete giovani studenti/lavoratori vi prego di leggerlo più volte:
smetterla di correre, di idealizzare, scrutare tutto ciò che non concerne la vostra Eudaimonìa. In altri termini – per chi non s’intendesse di filosofia socratica – di impiegare le vostre forze solo in direzione della vostra vera essenza. E cercatela, se non sapete qual è, perché esistono tanti mondi oltre quello che vivete ogni giorno. Mondi che germogliano, muoiono, mutano proprio dentro di voi. Il fuori non c’entra, come le parole, il lavoro, lo studio, di quello vi occuperete DOPO… Sei sicuro/a di conoscere veramente la tua persona?

Vi invito a studiare l’arte del «γνῶϑι σεαυτόν», «conosci te stesso», che è proprio il titolo dato amorevolmente a questo articolo. Per i curiosi e gli attenti: è una massima greco antica religiosa iscritta sul pronao del tempio di Apollo a Delfi. Ha ispirato numerosi filosofi occidentali tra cui Socrate, Platone, sant’Agostino e persino Kant.
Di seguito, vorrei riportare la citazione completa inserita nel “Prometeo Incantato” attribuito ad Eschilo. A parlare è Oceano e si rivolge a Prometeo:

«Vedo sì, Prometeo, e voglio darti il consiglio migliore, anche se tu sei già astuto. Devi sempre sapere chi sei e adattarti alle regole nuove: perché nuovo è questo tiranno che domina tra gli dèi. Se scagli parole così tracotanti e taglienti, subito anche se il suo trono sta molto più in alto, Zeus le può sentire: e allora la mole di pene che ora subisci ti sembrerà un gioco da bambini.» (Traduzione)

I Greci meglio di qualsiasi altro popolo, a parer mio, hanno navigato nella loro più profonda introspezione, portandosi ad un livello decisamente superiore al nostro attuale. Non ho paura ad affermare che, sempre a mio discreto parere e come accennato all’inizio, molti tra di noi hanno smarrito la straordinaria capacitá di scoprire la propria veritá e ragione d’esistere e anzi, si ignorano deliberatamente nella stragrande maggioranza del tempo, non curandosi di conseguenza affatto dei perché.

Ognuno di noi è un dipinto originale da scoprire, ma se non sappiamo guardare, finiamo per convincerci che la nostra essenza è riducibile a un paio di schizzi confusi.

In fine, siate dunque voi, provate anche solo per un giorno, autentici, siate voi nella vostra Solitudine, che al contrario di quanto si creda, arricchisce l’animo e crea nuove strade, dà il prezioso accesso a nuove porte.
Siate voi LIBERI di essere sostanzialmente e semplicemente voi.
Per quanto possa essere difficile, perché senza ombra di dubbio lo è molto, a piccoli passi si può provare ad iniziare. Sentirete sotto i vostri piedi un terreno diverso.

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