Pluralisti: a beautiful vojage across this magical mystical world!

Storia della filosofia, Capitolo 4. I naturalisti pluralisti!

pluralisti

Avanziamo dunque nel nostro epico viaggio filosofico. Avremo ora a che fare con 3 arguti figuri, ossia Empedocle, Democrito ed Anassagora. Questi filosofi sono definiti come “naturalisti pluralisti”!

Caratteristiche generali dei naturalisti pluralisti

I naturalisti pluralisti tentano di continuare quella che era stata l’indagine filosofica dei loro predecessori pre-parmenidei. Essi tentano quindi esattamente come i naturalisti monisti trattati nei capitoli precedenti( il primo ed il secondo) di effettuare un’indagine razionale atta a spiegare da cosa abbia origine il tutto, da cosa abbia origine la natura! Essi però al contrario dei loro predecessori ionici e pitagorici non individuano come origine del tutto un solo principio, bensì una pluralità di principi: sono definiti come pluralisti proprio per questo motivo!

I pluralisti al contrario dei loro predecessori devono inoltre portare sulle loro spalle un macigno che i monisti non avevano: sto parlando della pesantissima eredità di Parmenide, che ha confutato la possibilità della ricerca dell’origine per il semplice motivo che non si può parlare di un’origine, si andrebbe contro la verità dell’essere! (si veda il capitolo terzo per questo tema!)

I naturalisti pluralisti non possono quindi esimersi dal tenere in considerazione l’obiezione di Parmenide e della scuola di Elea: essi hanno mostrato quanto illogiche fossero le ricerche dei monisti!

Devono quindi effettuare il tentativo di realizzare una ricerca sull’archè senza disobbedire ai divieti parmenidei riguardo non essere e la generazione dal nulla, ed al tempo stesso preservare molteplicità e movimento! Tentativo dunque di conciliare alcuni divieti parmenidei con la possibilità di effettuare un’indagine intorno alle cause della natura.

Questi tre filosofi agiscono quindi in questa direzione. Cominciamo ora ad analizzare!

Empedocle

Partiamo ora da Agrigento, dove Empedocle visse tra il 493 ed il 432. Esattamente come Parmenide, scrisse anch’esso un poema in versi intitolato “Sulla natura”, del quale ci permangono un centinaio di frammenti. Fu il primo tra i pluralisti per opere!

La sua indagine è un classico esempio di come pensavano i pluralisti

Egli infatti nella sua ricerca riguardante i principi della natura tiene ferme le tesi di Parmenide riguardo l’inammissibilità del non essere e l’impossibilità della generazione dal nulla.

i 4 elementi

Egli limita però il campo di azione di tali divieti solo ed unicamente agli elementi fondamentali dell’universo: quelli che lui definisce come “elementi”, che definisce come le “radici” dell’universo. Le singole cose rimangono corruttibili e generabili, questi elementi invece sono le componenti incorruttibili ed eterne dell’universo della natura.

Tali elementi sono quattro: tre di essi erano già stati individuati come archè da tre dei monisti( fuoco-Eraclito, Aria Anassimene, Acqua-Talete), ai quali si aggiunge un quarto elemento, la terra!

Questi 4 elementi, questi 4 principi hanno quindi come anticipato i caratteri dell’essere parmenideo: sono eterni, incorruttibili ed immodificabili.

Le cose corruttibili, le realtà quindi fisiche e divenienti sono spiegabili tramite mescolanza e separazione di questi 4 elementi. Essi sono eterni considerati in sé stessi, mentre sono effimere i composti formati dal loro combinarsi e scombinarsi.

Empedocle quindi esclude dal suo sistema la generazione, problematica in quanto collegata al non essere: si parla infatti solo di mescolanza.

Non esiste generazione di nessuna di tutte le cose mortali, né termine alcuno di morte funesta, ma solo esiste mescolanza e separazione di quanto si è mescolato

Empedocle, Sulla natura

Amicizia e contesa

Gli elementi da soli non spiegano però il divenire: sappiamo che è la loro unione e separazione a dare vita alle singole cose, ma come avviene? Avviene tramite due principi fondamentali: Amicizia e Contesa. Amicizia forma le singole cose, facendo unire gli elementi, mentre Contesa porta alla loro distruzione, separando gli elementi.

Secondo Empedocle, l’azione di Amicizia e Contesa agiscono anche su piano cosmico: determinano i differenti cicli di sviluppo nei quali si trova l’universo! Esso muta ciclicamente tra una fase in cui gli elementi sono completamente uniti nella quale domina Amicizia, ed una nella quale sono completamente separati a causa del dominio di Contesa. Ci troviamo ora secondo lui in un’età intermedia, di transizione.

L’elementarismo spiega, secondo Empedocle, anche il processo conoscitivo dell’uomo, secondo il famoso assioma “Il simile conosce il simile”.

Essendo anche i nostri organi di senso, come tutto, formati dai 4 elementi, essi ci permettono di conoscere per questo motivo ciò che si trova all’esterno, essendo composti dagli stessi elementi. Con ciò che in noi è terra vediamo ciò che nell’altro è terra, e così via!

Anassagora

Nato nelle coste della Ionia nel 500 circa, è non solo il primo pluralista, ma il primo filosofo in assoluto ad operare ad Atene!

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Esattamente come Empedocle, la sua indagine rispecchia pienamente le caratteristiche generali dell’agire dei pluralisti sopra descritto.

Anche lui trasla le caratteristiche dell’essere parmenideo a molteplici principi naturali. In questo caso però non si tratta di un numero determinato di elementi, ma i principi sono ora invece infiniti!

Alle radici della realtà secondo Anassagora ci sono infatti infiniti semi, sempre divisibili!

Le basi sono simili a quelle di Empedocle: parte dicendo che, come sostenuto da Parmenide, sulla si può davvero generare, tutto è formato da composizione e scomposizione di elementi incorruttibili:

nessuna cosa nasce né perisce, ma si compone e si separa a partire da cose esistenti; per questo, il nascere dovrebbe propriamente chiamarsi comporsi ed il perire separarsi

Anassagora

Nonostante la base di partenza comune, Anassagora non pensa che la grandissima varietà dell’universo e della natura siano spiegabili usando solo 4 elementi.

I semi

Egli è convinto che questa grande diversità e varietà sia spiegabile solo ammettendo che essa si trovasse già nei semi, in quello stato primordiale del mondo dal quale si sono formate le singole cose. I Semi, per Anassagora, compongono tutte le cose.

Però, non vi è una singola cosa che sia composto da semi di un solo tipo: in ogni singola cosa si trova infatti ogni tipo di seme , anche se la prevalenza di un determinato tipo di seme ne determina la natura specifica. Ad esempio, in un pezzo di carne sono presenti tutti i tipi di seme, anche se quelli della carne prevalgono!

Nous e separazione

In origine dunque tutti i semi erano uniti in un magma primordiale, dai quali poi hanno avuto origine le singole cose. Egli spiegò questo atto in maniera affatto particolare, tanto da meritare poi l’attenzione di Platone. Tale movimento cosmico che ha dato origine alle singole cose prende il nome di nous, di intelligenza.

Nonostante il fatto, come dirà il Socrate platonico nel Fedone, che non si trattasse di un vero e proprio principio razionale essendo alla fine anche esso materiale anche se separato dai semi, tale concezione di intelligenza anticipa in qualche modo la dottrina dello stesso Platone secondo la quale il mondo è frutto dell’azione di un principio razionale!

Democrito

Eccoci dunque all’ultimo dei pluralisti che tratterò oggi, ovvero Democrito! Egli nacque nel nord della Grecia nel 460. Fu un pensatore estremamente prolifico, scrisse moltissimo.

Anche per Democrito, il nucleo profondo della realtà possiede le caratteristiche dell’essere parmenideo: non è infatti corruttibile e nemmeno qui si può parlare di una vera e propria generazione.

Atomismo

Per Democrito, questo nucleo profondo della realtà che trascende il divenire ed anzi lo spiega, è costituito da entità microscopiche ed indivisibili, ossia gli atomi ( da a-tomos, indivisibile!). Non pervenne empiricamente a tale verità, ma solo logicamente: non era infatti fattibile vedere tali particelle!

Essi non sono e non possono essere tutti uguali, altrimenti tutte le cose sarebbero uguali. Individua quindi 3 parametri di distinzione che spieghino la diversità: essi sono infatti distinguibili per figura, posizione e ordine.

Per figura: indica che A differisce da N.

Per posizione: N differisce da Z ( stessa figura ma posizionata diversamente)

Per ordine: AN differisce da NA.

Per Democrito, gli atomi sono infiniti e sono infinite anche le loro combinazioni. Riunendosi formano i corpi, e separandosi li corrompono e sono liberi per legarsi nuovamente con altri atomi. Il divenire visto quindi come un continuo comporsi e disgregarsi di composti atomici.

Il loro moto non è finalistico, gli atomi non si muovono infatti per Democrito per il raggiungimento di un determinato fine: si tratta di un universo al contempo meccanico e necessario. Ogni evento non è determinato ad operare da un’intelligenza finalisticamente orientata, ma è determinato meccanicamente che determinano ogni cosa in maniera necessaria.

Non attribuiva ad essi un determinato peso, quindi riteneva che il movimento fosse una loro proprietà intrinseca.

Democrito spiega però il movimento degli atomi in maniera problematica: deve presupporre il nulla! Infatti, gli atomi per lui possono muoversi solo grazie alla presenza del vuoto tra un atomo e l’altro. Il vuoto però viene fatto coincidere con il non essere!

Anche per oggi abbiamo finito, un saluto e vi do appuntamento ai prossimi capitoli!

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