Questo articolo è dedicato al resoconto del convegno del gruppo di discussione filosofica dedicato al tema del male tenutosi a Venezia lunedì 12 dicembre 2022. L’articolo sarà in costante aggiornamento: io personalmente mi prenderò la responsabilità di parlare nel dettaglio solo ed unicamente dei miei interventi, in quanto sono padrone e responsabile di quanto affermato da me. Non sono altrettanto padrone e responsabile di quanto detto invece dai miei interlocutori, ossia altri membri del gruppo: riportando il loro pensiero rischierei di non riportare correttamente per forza di cose le loro posizioni riguardo il tema del male, pertanto correrei solo il rischio di rischiare di fraintendere il loro pensiero e tale fatto sarebbe alquanto spiacevole. Quindi mi limiterò per ora a scrivere in generale quali sono state le varie tesi, senza fare nomi al di fuori del mio e senza entrare nel dettaglio.
Inviterò però dopo la prima pubblicazione dell’articolo coloro che avessero partecipato al convegno e volessero aiutarmi a completare questo resoconto di inviare in forma orale o scritta un resoconto di quanto affermato quel giorno!
Allo stesso modo, chiunque non avesse partecipato al convegno quel giorno ma fosse interessato comunque a dire la sua sul tema del male, potrà senza dubbio scrivere a me o nel gruppo, ed in tal caso sarei estremamente felice di aggiungere tale contributo a questo articolo!
Convegno sul male: obiettivi preliminari
All’inizio dell’incontro, sono state fissate le domande alle quali le persone presenti al convegno si sono proposte di rispondere riguardo il tema del male. In particolare, ci si è chiesti che cosa fosse il male, ed in particolare se esso sia un qualcosa di per sé esistente e determinato o se sia invece un mero concetto umano privo di oggettività. Inoltre, ci si è chiesti quali fossero le possibili cause del male, quali fossero cioè i motivi atti a spingere l’essere umano a fare del male.
Il male è oggettivo?
Tale domanda ha da subito diviso i partecipanti al dibattito. Le opinione sono state estremamente varie, le più distanti tra di loro sono state la mia e quella del signor Er Penzo.
Tesi del Penzo
Secondo questo fine sapiente il male è un concetto umano e non qualcosa di esistente in sé in natura. In questo, la sua posizione coincide con la mia. Ci troviamo invece in disaccordo sul fatto che esso sia oggettivo o no. Secondo la sua tesi, nel caso in cui l’umanità nella sua interezza si accordasse su cos’è male e cosa non lo è, si può di conseguenza dire che il male abbia un’esistenza oggettiva. Egli dice che :
Il male è relativo ad ognuno di noi, ognuno di noi è relativo ed ha i suoi parametri, ma se arrivassimo ad un punto in cui tutti quanti considerano qualcosa come il male, quello è il male oggettivo, perché in quel caso tutti quanti abbiamo lo stesso standard, quindi automaticamente è male, ma per definizione. Se tutti considerano quella cosa male, quella è male oggettivamente. Ad esempio tutti consideriamo un’esplosione nucleare una cosa negativa!
Er Penzo
Tesi di Big Mat
Il dibattito su tale punto, più che sulla nozione di male è più che altro relativo alla questione di cosa sia veramente l’oggettività. Secondo Er Penzo, è sufficiente che un qualcosa sia stabilita da un insieme numeroso di soggettività per diventare oggettiva, facendo dunque dipendere l’oggettività dal giudizio, dalla percezione, avendo quindi una nozione alquanto idealista di oggettività. Io invece ho una nozione realista di oggettività, oggettivo è il vero in sé, ovvero ciò che non dipende dalla percezione. Non si tratta di un modo di vedere le cose, bensì la modalità nella quale le cose stanno a prescindere dal giudizio o dalla percezione. Se qualcosa è male perché lo ha deciso la totalità delle soggettività, rimane soggettivo perché si tratta in ogni caso di un concetto relativo ad una decisione e non un qualcosa di sussistente in sé.
Le cause del male
Dopo aver discusso sulla natura del male e sulla sua oggettività, si è passati a discutere circa le possibili cause del male. Io ho voluto portare al centro dell’attenzione i pensieri di 3 filosofi che, in modalità diverse, individuano l’ignoranza come causa del male: Socrate, Spinoza e Schopenhauer. Tali posizioni verranno ora riportate in breve.
Ignoranza come causa in Socrate
In Socrate, bene e male dipendono solo dalla conoscenza, non dalla volontà. Si tratta quindi di un intellettualismo etico: sapere cosa sia il bene è dunque necessario e sufficiente per compierlo. Non trattandosi di un fatto volontaristico, in ottica socratica chi compie il male non lo fa volontariamente, bensì lo fa perché ignora quale sia il vero bene. Secondo Socrate, ogni essere vivente agisce credendo di fare il bene. Chi fa il male è semplicemente ingannato dal fatto che ciò che fa non è un bene autentico, bensì un male. Il malvagio quindi non compie con cattiveria le sue azioni, le compie solo perché ignora quale sia il vero bene, autentico e non solo apparente.
Ignoranza come causa in Spinoza
Secondo il filosofo olandese, la questione è ancora più radicale. Qui è lo stesso male ad essere un’illusione dettata dall’ignoranza, non il compierlo: è proprio esso che non esiste. Nella prospettiva panteistica spinoziana, ogni ente in quanto tale in quanto facente parte della sostanza divina è buono, è il bene, è bello. Vedere il contrario è l”errore di chi crede di essere finito, di essere staccato dal Deus sive natura. Il male quindi è un errore di prospettiva dell’essere che pensa di essere finito. se guardasse il mondo dal punto di vista dell’assoluto, si accorgerebbe che il tutto sia il bene. Si tratta quindi di un errore di prospettiva!
Ignoranza come causa del male in Schopenhauer
Il filosofo di Danzica tratta questa questione soprattutto all’interno del quarto libro del Mondo come volontà e rappresentazione, ovvero quello dedicato all’etica. In questo contesto, chi compie il male lo fa in fondo per ignoranza della verità, non riuscendo a cogliere la volontà che si cela come l’in sé nascosto del mondo come rappresentazione. L’ignoranza, l’occultamente della verità del mondo non solo come rappresentazione, ma anche volontà, permette di compiere il male.
L’ignorante, il malvagio, è ingannato perché non riesce a scorgere la verità nascosta dietro al velo di Maya, non riesce cioè a scorgere che in realtà tutti i vari fenomeni che egli vede scollegato non sono altro che molteplici rappresentazioni di un’unica cosa in sé, quell’unica volontà che sta oltre al principio di ragione. Il malvagio non coglie l’unità del tutto, scorge solo dei fenomeni senza sapere che tali fenomeni non sono altro che diverse rappresentazioni della stessa cosa in sé!
L’omicida quindi, che crede di danneggiare qualcun’altro, danneggia sé stesso nei suoi atti: essendo ingannato dal velo, non si accorge che uccidendo un altro fenomeno ha in fondo ucciso sè stesso! Non coglie che lui, la vittima, i sassi, il cielo non sono altro che molteplici fenomeni di una medesima realtà, la volontà!
Il problema del treno!
E’ stato poi sottoposto un dilemma etico: tu sei vicino a dei binari e ad una leva del cambio. In un binario sono legate 10 persone che non conosci, nell’altro una persona a te molto cara. Sta arrivando il treno, tu puoi azionare la leva davanti al bivio. Da che parte manderesti il treno? I pareri sono stati molto discordanti. A me ora è concesso solo riporare l’opinione di Er Penzo!
Tu farai sempre la scelta egoistica. Tale scelta potrebbe anche essere quella di salvare le 10 persone, tu devi confrontarti con te stesso e capire la cosa che vorresti di più. Se non riesci a sopravvivere pensando di uccidere 10 persone rispetto ad una fai quella scelta, se invece pensi ciò riguardo la persona a te cara fai la scelta opposta. Poi, essendo una casistica particolare, si possono aggiungere altri fattori: nessuno sa quello che hai fatto, cosa faresti? A seconda della casistica in cui ti trovi, la mente lavora in maniera diversa. Oppure, le 10 persone che salvi non le vedi neanche, sai di averle salvate, mentre vedi benissimo e da vicino la persona cara morire. Il distaccamento quanto influisce?
Er Penzo
Post incontro: la discussione prosegue tra i messaggi del gruppo!
Dopo una breve pausa di qualche settimane, il giorno 10/01/ 2023 la questione si è arricchita. Vi riporto quindi una breve aggiunta riguardo il tema del male!
Tesi di L.
L esordisce dicendo la sua sul tema del male e delle sue possibili cause:
Personalmente non credo esistano persone buone e persone cattive, credo che in tutti ci sia una percentuale di bontà e cattiveria. Il cattolicesimo ci insegna che esiste il “libero arbitrio”, e infatti credo che stia ad ognuno decidere se vuole o meno compiere una determinata azione, positiva o negativa che sia.
L, 10/01/23
Credo che ognuno abbia una motivazione che giustifichi le proprie azioni.
Es. moralmente siamo tutti d’accordo che Hitler, tramite il genocidio nei campi di concentramento, ha dato l’ordine di commettere atti atrocemente disumani. Ma per lui, e per chi l’ha seguito perché condivideva le sue idee, erano atti giustificabili, anzi necessari (evidentemente).
Io personalmente condivido la posizione di chi cerca una spiegazione (spiegazione, non giustificazione) nel passato di chi compie atti violenti e, soprattutto, nella “sfera” psicologica. Cercherò di spiegarmi meglio.
Non credo si nasca cattivi, lo si diventa. Quindi se dovessi scegliere tra “questioni ambientali” o “questioni genetiche”, opterei per quelle ambientali.
Spesso (non sempre eh!) i serial killer, molestatori di vario genere (pedofili, violentatori etc.) hanno avuto un passato tormentato: genitori poco presenti, violenti o comunque non delle figure paterne ideali; alcuni sono stati vittime di abusi, altri hanno fatto ad altri ciò che avevano subito in prima persona. In molti casi si parla di persone con disturbi come doppia personalità, schizofrenia, difficoltà nella gestione della rabbia etc.
Farò un esempio pratico: io per almeno 6-7 anni (forse anche per più tempo) sono stata costantemente arrabbiata a causa di determinati episodi avvenuti in vita mia (discriminazioni razziali, bullismo, adescamento da parte di pedofili). Tutto ciò sono più che certa che mi abbia influenzato dal punto di vista psicologico perché sono stata anche depressa per un certo periodo (tant’è vero che anche la mia salute ha iniziato a risentirne). Tutto questo per dire che gli eventi che accadono nelle nostre vite in un modo o nell’altro hanno un effetto su di noi, anche se non ce ne rendiamo subito conto.
Personalmente credo che chiunque, se portato ad un certo punto di sopportazione, magari anche all’esasperazione, prima o poi potrebbe scoppiare e perdere il controllo di sé. Quindi posso comprendere nel momento dello scoppio, pur condannando l’atto, ma non posso comprendere chi continua a compiere atti negativi. Es. di recente ha fatto molto discutere la nota serie Netflix in cui viene raccontata la storia di Jeffrey Dahmer. Sinceramente non riesco a comprendere come abbia potuto uccidere tutte quelle persone (Dahmer come qualsiasi killer seriale).
Per contro, posso comprendere una vittima che diventa carnefice. Es. qualche tempo fa avevo sentito la notizia di una donna che era stata messa in carcere dopo aver ucciso il marito da cui per anni aveva subito violenze.
In conclusione, il mondo non è mai bianco e nero, non c’è giusto e sbagliato; ci può essere ciò che viene considerato dalla società moralmente giusto e moralmente sbagliato, questo sì, ma bisogna sempre “sentire entrambe le campane” per capire, in primis, e giudicare poi.
Mi prendo di fare un ultimo esempio, più leggero
Tutti abbiamo visto i film di Spiderman, no?
Uno dei cattivi è l’uomo sabbia. Alla fine lui di per sé era un ladruncolo che cercava soldi per guarire la figlia ammalata. Ognuno, può avere una sua motivazione, anche se moralmente scorretta
breve riflessione di big mat sul libero arbitrio
Ho commentato personalmente questo sviluppo della questione del male, ponendo in dubbio l’esistenza della possibilità di scelta.
Trovo il tuo intervento estremamente interessante. Ho un piccolo appunto teoretico, una piccola riflessione. unico appunto di riflessione che faccio riguarda il libero arbitrio. Sono dell’idea che non si possa avere la certezza del libero arbitrio, si tratta infatti a mio parere (come ho scritto in un vecchio articolo) di un presupposto, di una determinata visione interpretativa empiricamente non dimostrabile. Penso sia un’interpretazione perché dimostrare la libertà sia empiricamente impossibile ( come del resto è empiricamente impossibile dimostrare, al contrario, la necessità). La cosa certa è che abbiamo BISOGNO di credere nella libertà: altrimenti la nostra vita perderebbe di senso e ci sarebbe il crollo di qualsiasi morale. Qualsiasi morale si basa infatti sul principio di responsabilità. Senza libertà non si è responsabili delle proprie azioni. Ritengo quindi che riflettere sul libero arbitrio sia fondamentale in chiave preliminare quando si parla di bene e male.
Big Mat, 10/01/23
L’intervento di Laura sulla tesi di L. e botta e risposta
In seguito, si è avviato un botta e risposta sulla questione dell’origine del male e del libero arbitrio tra Laura ed L.
Quasi quasi in questo messaggio c’è proprio una contraddizione in sé… proprio dato quello che hai detto (ovvero che sono le condizioni in cui ti trovi che spesso determinano anche le tue azioni) si potrebbe concludere che il libero arbitrio sia in realtà una illusione
Laura, 10/01/23
Volendo sì. Io l’avevo più inteso come credo che il tuo background possa spiegare determinate azioni, ma poi sta a te decidere se compierle o meno
L. 10/01/23
Ma quando stai decidendo in realtà non sei libero da condizionamenti
Laura,10/01/23
In che senso?
L. 10/01/23
Nel senso che ogni scelta che facciamo quotidianamente è frutto delle esperienze che abbiamo vissuto e dalle relazioni con contesti diversi che ci hanno non solo influenzato ma reso ciò che siamo, quindi credo che il “si ti sono accadute queste cose ma adesso sta a te come prenderle e come agire” è molto relativo perché non siamo mai veramente “” liberi”” quando pensiamo figuriamoci quando agiamo e scegliamo
Laura,10/01/23
Sicuramente mi hai dato da riflettere
L. 10/01/23
Il gruppo è bello per questo ✨
Laura,10/01/23
Unica nota: condivido pienamente l’ultima considerazione di Laura: il gruppo è bello proprio per questo!
Conclusione
Si conclude qui (per ora) questo resoconto! Eravate presenti e volete aggiungere i vostri interventi? Scrivetelo pure nei commenti, nel gruppo o in privato a me (Mattia Mandalà). Non eravate presenti ma vorreste aggiungere la vostra? Vale lo stesso anche per voi! Spero di dover aggiornare questo articolo plurime volte, mi piacerebbe veder continuare questo dibattito!
Se volete vedere come temi etici possano collegarsi a questioni estetiche vi lascio questo articolo!
articolo interessante: Causa sui!
Consiglio di lettura riguardo il mio intervento: Il mondo come volontà e rappresentazione, traduzione italiana di Giorgio Brianese!
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